Una montagna di soldi. Del Comune e quindi dei milanesi, quelli che Palazzo Marino e le sue società spendono ogni anno alla voce «vandalismi». Ci sono i 2 milioni e mezzo di euro necessari per risanare il verde pubblico (panchine distrutte, statue scarabocchiate, cestini, aiuole, lampioni) più altri 2,5 milioni che costano ad Atm i danni inferti da passeggeri incivili ai propri mezzi. Ma la voce più corposa è alla riga graffiti. Con Amsa che impegna 6 milioni e 800mila euro per ripulire Milano, da aggiungere ai 3,3 milioni spesi ogni anno da Atm per ripulire bus, tram e metrò.
Proprio per questo non poteva non scatenare polemiche la decisione della società che si occupa del trasporto urbano di concedere al Leoncavallo un muro di sua proprietà. Una parete grigia in via Mancinelli su cui gli occupanti (abusivi) del centro sociale hanno disegnato un murale dedicato a Fausto e Iaio, i due autonomi uccisi in condizioni mai chiarite. Va da sé che questo non è il primo muro a loro «dedicato», ma è sicuramente la prima volta che questo succede con il permesso del proprietario. Che, nelloccasione, è un «dipendente» del Comune. Lo stesso Comune che da anni conduce una battaglia feroce contro chi deturpa la città.
«Proprio per questo - attacca lassessore Carla De Albertis (An) - non si tratta di un problema di decoro urbano, ma di un fatto politico. Una sfida gravissima di Atm alle linee politiche dellamministrazione Moratti». Una reazione che non si esaurirà con una sfuriata. «Chiederà che il presidente Elio Catania produca davanti al sindaco e a noi assessori il documento con cui si è autorizzato questo scempio. Voglio sapere chi ha firmato e i vertici dellazienda si dovranno assumere le loro responsabilità. Hanno permesso un gesto contrario al programma anti-graffiti del Comune e per di più con un contenuto politico su una vicenda ancora oscura.
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