Prada, Coppa America addio Luna Rossa appesa a un filo

Prada, Coppa America addio Luna Rossa appesa a un filo

Dieci anni di sogni, speranze e vittorie. Sei barche costruite, tre sfide portate a termine, una Louis Vuitton Cup conquistata non bastano a sostenere ancora la passione di Patrizio Bertelli che a pochi giorni dall'inizio delle vacanze molla l'osso. Insomma Prada non sarà alla prossima Coppa America, edizione trentatré. Edizione contestata dagli sfidanti per il pugno di ferro di Alinghi che ha posto condizioni dure da accettare. La società Luna Rossa Challenge, posseduta al 51 per cento da Prada e al 49 da Telecom resta in vita ma sembra difficile che possa tornare un'altra Luna Rossa, a meno che all’interno della Telecom non comincino a crederci davvero.
L'ipotesi più realistica è la liquidazione del team che aveva già buone risorse e uomini per andare avanti. I materiali e la base, se ne è parlato, potrebbero anche finire alla spagnola Telefonica che ha partecipato al giro del mondo e vorrebbe forse una sfida di Coppa. Bertelli stesso si era mosso in prima persona e aveva parlato a lungo con James Spithill e Michele Ivaldi per allestire una nuova squadra. Ci mancherà l'irascibile ammiraglio Bertelli, che comunque ha contribuito in maniera decisiva a costruire l'interesse per la Coppa in campo nazionale.
Lui racconta: «Sono state tre sfide e dieci anni molto intensi, spesso esaltanti. È stata un’esperienza indimenticabile e molto positiva sia sotto il profilo sportivo che umano: voglio ringraziare tutto il team, il gruppo Telecom Italia e Intesa Sanpaolo, gli altri sponsor e lo Yacht Club Italiano che ci hanno sostenuto con costante entusiasmo. Anche sul piano aziendale queste tre sfide hanno consentito di acquisire e maturare cultura, esperienze e visibilità preziose. Mi auguro che un altro team italiano sia in grado di presentarsi alla prossima edizione».
Bertelli dice bene, è stato un riferimento per la vela italiana. Ma la crisi può essere trasformata in opportunità, magari con una nuova squadra più nazionale, più aperta agli sponsor e ai talenti azzurri, difficile da gestire ma con qualche buona suggestione. Per il resto a Valencia, che per avere la Coppa ancora una volta sborsa 105 milioni, ne succedono delle belle. Larry Ellison vuole trascinare Bertarelli alla Corte Suprema di New York per dichiarare nulla la prima sfida degli spagnoli del Club de la Vela, nel caso si correrebbe entro un anno con cat di ventisette metri. Ma Ellison è riuscito a sbagliare alcune procedure e potrebbe finire tutto nel nulla. Anzi, potrebbe non essere accettato come sfidante neanche nella Coppa del 2009, costretto ad abbandonare la base. C'è la possibilità che Russell Coutts, nominato skipper di Oracle, resti ancora fuori. Vincenzo Onorato si è esposto con una idea ragionevole, che del resto era circolata alla fine delle regate: «Si fa la prossima edizione con il vecchio regolamento e una sola barca nuova più le modifiche a una vecchia, intanto si studia il nuovo regolamento per le barche da 90 piedi. Però bisogna metter mano al Protocollo che lascia troppi vantaggi ad Alinghi e allontana gli sponsor che non trovano esposizione».

Anche gli sfidanti che sono già iscritti, ovvero Desafio, Shosholoza e Team New Zealand potrebbero alla fine sposare questa idea.
La Coppa aveva già perso Louis Vuitton, adesso Prada e chissà chi altro resterà per strada. Insomma, al momento non sembra che la cura di Alinghi la stia portando verso la grandeur immaginata.

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