Premier ferito, choc in piazza Duomo

Un uomo si sporge dalle transenne e colpisce Berlusconi in pieno viso. La polizia lo arresta e lo salva dal linciaggio della folla. La Moratti: «Atto vile, accade quando si demonizzano gli avversari». Vertice con Maroni in prefettura. Corsaro: «Il questore si dimetta»

Premier ferito, choc in piazza Duomo

Una maschera di sangue. Sono da poco passate le 18,30. Il comizio in piazza Duomo è appena terminato e Silvio Berlusconi sta salutando i sostenitori quando, da dietro le transenne, un uomo lo colpisce in piena faccia. In mano una statuina del Duomo, una di quelle che si vendono nei negozi di souvenir. Berlusconi si accascia, la scorta blocca immediatamente l’aggressore, salvandolo dal linciaggio. Quarantadue anni, incensurato, da dieci in cura per problemi psichiatrici, sarà interrogato fino a notte in questura. «Sono miracolato», dice Berlusconi in serata a Emilio Fede che lo è andato a trovare all’ospedale san Raffaele dove viene medicato al pronto soccorso e trattenuto per la notte. «Mi ha detto che un centimetro più su e avrebbe perso l’occhio - racconta il direttore del Tg4 -. Naturalmente è dolorante, gli sono stati somministrati analgesici e non credo proprio che si tratterà di una cosa di sole ventiquattr’ore perché ha la frattura del setto nasale, due denti spezzati, ferite alle labbra». La prognosi del professor Alberto Zangrillo, suo medico personale, parla di 15 giorni. Dopo la gazzarra dell’ultrasinistra sabato alla commemorazione per la strage di piazza Fontana, l’aggressione di ieri al premier. Immediate le polemiche sull’ordine pubblico con il vicecoordinatore del Pdl Massimo Corsaro che chiede «chiarimenti» al questore Vincenzo Indolfi. E il deputato Paola Frassinetti denuncia le forze dell’ordine che «hanno manganellato i giovani del servizio d’ordine della Giovine Italia che stavano semplicemente cercando di allontanare dalla piazza i contestatori che volevano impedire la manifestazione».


«Questo atto - il primo commento del sindaco Letizia Moratti che era lì a un passo - è la conferma del male che nasce da un uso distorto della critica politica e dell’assurda demonizzazione di uno dei politici più importanti della storia della nostra democrazia». Il governatore Roberto Formigoni attacca invece Tonino Di Pietro (che dà del provocatore a Berlusconi) e giudica «le sue parole rivoltanti».

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