Il premier vede Fini: "Serve più concertazione" Patto sulle Regionali: bocciata la linea dell'Udc

Due ore di faccia a faccia tra il premier e il presidente della Camera. La Russa assicura: "D'ora in poi ci sarà una maggiore concertazione". Bocciata la posizione dell'Udc per le Regionali: "E' inaccettabile"

Il premier vede Fini: "Serve più concertazione" 
Patto sulle Regionali: bocciata la linea dell'Udc

Roma - E' arrivato il momento della vertà. E' durato circa due ore il pranzo a Montecitorio fra il presidente della Camera, Gianfranco Fini, e il premier Silvio Berlusconi. All’incontro era presente anche il coordinatore del Pdl, Ignazio La Russa,che lasciando l'incontro ha assicurato: "D'ora in poi ci sarà una maggiore concertazione". "Ci sono ragioni per essere soddisfatti dell’incontro, che non è stato di maniera - ha spiegato La Russa - sia Fini che Berlusconi non hanno nascosto l’esistenza di problemi, sviluppando un ragionamento su un piano di cordialità senza nascondersi".

Un atteso faccia a faccia La Russa è convinto che "si sia trovato il modo per ovviare ai problemi, alle questioni o, come preferisco chiamarli io e non loro, alle incomprensioni". L’atteso faccia a faccia è arrivato dopo mesi di frizioni fra i due leader e servirà ad affrontare i nodi politici nel partito e nella maggioranza, anche in vista delle prossime elezioni regionali. Una ricognizione a 360 gradi su giustizia, equilibri nel Pdl, agenda di governo, regionali, innesti al governo di nuovi sottosegretari (si è parlato di Daniela Santanchè e dell’ex aennino Andrea Augello) alleanze con l’Udc e molto altro ancora. "Ci sarà un maggior coinvolgimento, compatibilmente con il suo ruolo, per il presidente Fini nella struttura rappresentativa del partito", ha spiegato il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, al termine del pranzo. Questo si tradurrà, ha aggiunto il coordinatore del Pdl, anche in più "incontri tra i due co-fondatori del Pdl", ma soprattutto "un impegno per una maggiore concertazione".

Il fuoco amico Nell'incontro di oggi sia il presidente della Camera sia il premier hanno parlato delle polemiche che hanno reso più tesi i rapporti fra i due leader, causati anche dal cosiddetto "fuoco amico" e dai danni che ha provocato. "Si è parlato del fuoco amico e del danno che il fuoco amico può fare", ha detto la Russa ribadendo che nel loro incontro di oggi Fini e Berlusconi "non hanno nascosto l’esistenza di questioni o problemi da affrontare".

I rapporti con l'Udc Tra i temi dell’incontro anche la linea dell’Udc alle regionali: "Fini e Berlusconi sono concordi nel contestare la linea dell’Udc, la politica del doppio forno per noi è inaccettabile". "Per quanto riguarda le conseguenze di una distanza maggiore o meno rispetto all’Udc, la discussione è rimasta aperta - ha spiegato La Russa - per Fini non necessariamente occorre essere drastici verso l’alleanza con l’Udc". Lorenzo Cesa ha risposto a stretto giro: "E' logico che Berlusconi e Fini ritengano inaccettabile la linea dell’Udc, sennò sarebbero nostri iscritti, anche per noi è profondamente sbagliata la linea del Pdl, che ha appaltato il nord alla Lega". "Se non fosse cosi, non saremmo all’opposizione. Dov’è la novità?", ha insistito il segretario centrista. Comunque, ha concluso Cesa, "se i candidati del Pdl non vogliono accordarsi con noi non c’è problema: ne parleremo venerdì 22 alla riunione della Costituente di Centro convocata da Savino Pezzotta".

Mesi di rapporti tesi A parte la parentesi umanamente significativa della visita di Fini al San Raffaele di Milano, dove Berlusconi era ricoverato dopo l’aggressione in piazza Duomo, l’ultimo teso faccia a faccia tra di due co-fondatori del Pdl risale a due mesi fa. Allora si sfiorò la rottura, prima del compromesso siglato a denti stretti sul processo breve dopo un incontro dai toni accesi. Subito dopo, il grande freddo del fuori onda rubato a Pescara al presidente della Camera, l’aut aut del premier che a Fini chiese di spiegare il senso delle parole di biasimo bisbigliate confidenzialmente all’orecchio di un magistrato durante un convegno, la gelida replica della terza carica dello Stato: "nulla da chiarire". Intanto, Fini rivendicava il diritto di incidere sulle politiche del Pdl e di essere coinvolto nelle decisioni di governo e maggioranza, mentre i finiani facevano circolare voci circa ipotetiche scissioni, gruppi parlamentari autonomi e possibili ’associazionì dentro i gruppi parlamentari del Pdl per dare visibilità ai fedelissimi del presidente della Camera e ai loro contributi programmatici. "Non c’è nessuna competizione con nessuno", ammorbidiva i toni il premier, senza mutare la sostanza delle cose: di fatto Berlusconi e Fini non si parlavano più, nessun emissario tentava ormai neppure di caldeggiare il chiarimento, i conflitti erano all’ordine del giorno: cittadinanza, caso Cosentino, giustizia, equilibri nella gestione del Pdl, abuso della decretazione d’urgenza da parte del governo a danno del Parlamento, bilanciamento delle posizioni nella maggioranza rispetto alla Lega.

Lo scontro sui giudici Fino allo scontro aperto quando il premier, al congresso del Ppe a Bonn, lanciò l’ennesima controffensiva contro giudici, Corte Costituzionale, definendo di "sinistra" anche il Quirinale. "Chiarisca, non fa fare bella figura al Paese", intimò stavolta Fini. "Nulla da chiarire, sono stanco delle ipocrisie", fu la secca replica del premier.

Domani Berlusconi e Fini tornano a parlarsi in un clima completamente diverso, sicuramente non ostile e certo favorito dalla nuova stagione politica seguita all’incidente che ha costretto il premier, dopo l’aggressione a Milano, ad una lunga convalescenza, alla pausa forzata dall’attività politica, all’idea di rilanciare una stagione di riforme istituzionali, su su fisco e giustizia. Anche se, dopo lo stop al decreto 'blocca processi', è ancora una volta evidente la distanza tra i due leader sull’ultimo di questi temi. 

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