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Preso lo strupratore seriale: è un clandestino

MilanoUna felpa a righe orizzontali difficile da non notare. Una serie di fotogrammi che non lasciano spazio ai dubbi. E un gruppo d’investigatori tenaci. Che una volta in possesso delle immagini riprese casualmente, subito prima e subito dopo l’ultimo episodio di violenza sessuale, dalla telecamera installata davanti a un’abitazione, hanno battuto palmo a palmo la zona senza mai mollare. È così che è stato catturato Niang Demba, il clandestino 36enne di origini senegalesi che avrebbe rapinato e violentato tre giovani donne nel giro di due mesi, nella zona a nord della città, tra Affori, il quartiere Dergano e l’Isola. I poliziotti della squadra mobile tengono parecchio al condizionale nel caso di questo stupratore seriale dal forte accento francese, noto per aver rapinato le sue vittime prima di abusare di loro e, in ben due casi, dopo aver atteso che parcheggiassero la vettura nel garage sotto casa.
«Quest’uomo è sicuramente responsabile della violenza subita nel suo box dalla 32enne italiana in zona Dergano il 30 dicembre, nonché della rapina e dell’accoltellamento di un uomo il 10 novembre ad Affori: abbiamo tutti gli elementi necessari per dirlo, oltre al fatto che le sue vittime lo hanno riconosciuto» ha voluto precisare il dirigente della squadra mobile Alessandro Giuliano. Sul capo dell’extracomunitario, però, pendono anche altri pesanti sospetti. La Procura, infatti, contestualmente all’arresto, lo ha indagato anche per aver abusato di una studentessa il 30 novembre, in un parcheggio all’Isola (il secondo episodio di violenza seriale). E - dopo il raffronto con la vittima, unito alla comparazione del Dna e viste le identiche modalità d’azione - l’africano potrebbe venire a breve accusato di essere responsabile anche dello stupro di una farmacista 31enne (il primo dei tre casi di violenza) avvenuto sempre ad Affori e in un garage, lo scorso 5 novembre, un’indagine seguita dai carabinieri. Una colpevolezza che, se accertata, non potrà che rafforzare i propositi della Lega Nord. Ieri infatti il Carroccio, dopo l’annuncio dell’arresto dell’immigrato, è tornato a chiedere la castrazione chimica per i violentatori per voce di Matteo Salvini. L’eurodeputato e consigliere comunale ha proposto inoltre che siano proprio i condannati dal tribunale di Milano a sperimentarla per primi.
Il senegalese è stato rintracciato dalla polizia in uno stabile di via Tartini, al Dergano, dov’era ospite in un appartamento di un gruppo di connazionali regolari e sembra ignari delle violenze messe a segno dal loro amico. A condurre gli investigatori della polizia fino a lui sono state proprio le immagini riprese dalla telecamera in via Legnone - proprio a due passi dal suo nascondiglio - la sera dell’ultimo stupro, il 30 novembre. L’uomo appare in quei fotogrammi con addosso la felpa a righe segnalata dalle sue vittime e che è stata sequestrata in via Tartini insieme con un paio di scarpe e di jeans, anche questi descritti dalle persone aggredite.

Altri abiti significativi come prove per inchiodarlo sono stati trovati in un altro appartamento di Pioltello, nell’hinterland milanese, dove il senegalese ha abitato nei mesi scorsi.
In attesa degli ultimi riscontri con le vittime lo stupratore ora è a S. Vittore. Con buona pace delle giovani donne milanesi e delle loro famiglie.

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