Al prete pedofilo nove anni di carcere

GenovaLegge ad alta voce don Riccardo Seppia. Ma questa volta non è un brano del Vangelo e lui non è sul pulpito, ma al banco degli imputati. «Chiedo scusa per il mio comportamento morale, per i messaggi telefonici volgari, ma ero sotto l’influenza della droga». Il sacerdote genovese, arrestato lo scorso 13 maggio per violenza sessuale su un chierichetto di tredici anni e cessione di droga è stato condannato ieri a 9 anni e sei mesi di reclusione. Il pm chiedeva 11 anni e otto mesi. Dopo in aula cala il silenzio e la guardie carcerarie riportano il sacerdote nella cella del carcere di Sanremo, che condivide con altri detenuti, colpevoli come lui di reati sessuali. Stanno nella sezione «sex offenders» quella dei predatori sessuali. «Don Seppia si è scusato, ma non ha ammesso i reati che gli sono stati imputati perché per lui non sono reati: lui dice che una pacca sul sedere e una mano sul ginocchio sono gesti camerateschi e non sessuali», spiega l’avvocato Paolo Bonanni, che lo difende. Il legale è moderatamente soddisfatto. «Il giudice ha ritenuto di valutare le accuse di abusi sessuali di minore gravità e anche le accuse in materia di offerta di droga sono state ritenute lievi». Dopo che saranno trascorsi i 90 giorni necessari al deposito della sentenza, l’avvocato Bonanni presenterà ricorso in appello, fiducioso che la pena possa essere ancora ridotta. Difficile, comunque, che il prete possa un giorno ritornare a indossare la tonaca.

L’arresto del sacerdote ebbe l’effetto di una bomba, un anno fa, tanto che l’arcivescovo di Genova, Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale, sospese subito don Riccardo e andò di persona a parlare alla gente della parrocchia del quartiere di Sestri Ponente, dove i genitori increduli s’interrogavano su quanto potesse essere accaduto ai propri figli lasciati al catechismo o in canonica con quell’uomo che nei messaggi ai suoi pusher scriveva: «ho voglia di porcate». Oppure: «conosci ragazzini?», «hai trovato bambino?», aggiungendo che ne avrebbe voluto uno nero, magari con problemi. Intercettazioni che nessuno dei suoi ex parrocchiani potrà più dimenticare.

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