Primarie, guai nel Pd. Persino "Repubblica" voterà scheda bianca

Roma - Repubblica «non è un partito» e non vuole condizionare il Pd, assicura il direttore Ezio Mauro. Ma lui e il fondatore del giornale di Largo Fochetti parteciperanno alle primarie. Il direttore del quotidiano romano dice di non vuole fare un golpe nella sinistra. Ma minaccia la scheda bianca o se il Pd non si butterà a pesce sulla «emergenza costituzionale», quindi se non sposerà le tesi di Repubblica. Il tutto mentre dalle pagine del suo giornale Eugenio Scalfari detta le regole e il programma ai democrats, entrando fino nei dettagli.

Tempi duri per il Pd, già alle prese con un travaglio difficilissimo e spinte centrifughe. Non è un mistero che la campagna di attacco nei confronti del governo, puntata sulla vita privata del premier, non sia piaciuta molto al Pd. E da ieri i vertici se la devono vedere direttamente con Mauro e Scalfari che sono scesi in campo direttamente sulle vicende del partito. Stessi tempi, medesime tesi e indicazioni. Mauro ha scelto il programma Rai di Lucia Annunziata, «In 1/2 h» per dire che parteciperà alle primarie minacciando però «una scheda bianca, a meno che qualcuno di questi candidati mi faccia capire che l’emergenza costituzionale sarà al centro» del suo programma.

Difesa della Costituzione dagli attacchi di Berlusconi, quindi. Linea che sembrerebbe più in sintonia con Dario Franceschini, che con Pier Luigi Bersani, tanto che ieri il segretario del Pd si rifiutava di commentare direttamente le parole di Mauro, ma se ne usciva con un «c’è il rischio di perdere la capacità di reagire e di indignarsi», che sembra il seguito del ragionamento del giornalista.

Ma le mire di Repubblica sembrano un po’ più ambiziose rispetto al sostegno di Franceschini, come dimostra l’editoriale di Scalfari. Il fondatore del quotidiano ieri ha annunciato che anche lui andrà alle primarie. E si è appellato al popolo di Repubblica affinché tutti vadano a votare. Obiettivo: «milioni di elettori» alle primarie, «persino quelli che non condividono le tesi riformiste del Pd, ma non si rassegnano all’Italia così come è». A questi il consiglio «votino, magari scheda bianca, ma votino». Consigli anche ai candidati Pd: nel caso nessuno raggiunga il 50 per cento alle primarie, il secondo annunci l’appoggio a chi ha ottenuto la maggioranza relativa. Suggerimenti anche sul programma politico del nuovo leader. Scalfari passa in rassegna i temi sui quali il Pd deve puntare e si sofferma sulla Costituzione e la volontà di Berlusconi di cambiarla.

Dalla maggioranza arrivano «concezioni antitetiche a quelle di un partito democratico e questo è un dato preliminare che non consente né mollezza né scorciatoie di furbizia compromissoria». Il futuro segretario è avvertito.

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