Processo breve, Alfano: 1% di prescrizioni

Alfano presenta il disegno di legge sui processi brevi: la norma prescriverà l’1% dei processi, mentre se si considerano solo quelli di primo grado la percentuale sale al 9,2%. Ma il vice presidente del Csm, Nicola Mancino: "Impossibile frnire delle cifre sul processo breve"

Processo breve, Alfano: 1% di prescrizioni

Roma - Il disegno di legge sui processi brevi prescriverà l’1% dei processi, mentre se si considerano solo quelli di primo grado la percentuale sale al 9,2%. In Senato il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, è tornato a confermare la validità del disegno di legge al fine di decongestionare i tribunali e garantire agli imputati una giusta durata. Per risarcire i ritardi della giustizia italiana, il conto da pagare ammonta finora a 267 milioni di euro. Ma il vice presidente del Csm, Nicola Mancino: "Impossibile frnire delle cifre sul processo breve".

Il processo breve Il ddl prevede che il processo non possa durare più di due anni per ogni grado di giudizio. "Una valutazione relativa a procedimenti penali pendenti ci porta a dire che il livello di impatto delle norme del disegno di legge è dell’1% con riferimento agli oltre 3.300.000 procedimenti penali pendenti", ha detto Alfano davanti alla commissione Giustizia del Senato. "Se si fa il calcolo prendendo a base i procedimenti dibattimentali di primo grado, che ora sono 391.917, il livello sale al 9,2%", ha aggiunto il Guardasigilli. "I numeri non hanno colore politico".

I numeri dell'Anm Il sindacato delle toghe ha stimato invece che i processi colpiti dalla tagliola del ddl salirebbero al 50%, mentre il Consiglio superiore della magistratura ha riferito, sulla base dei dati forniti dai nove maggiori tribunali italiani, che la prescrizione si applicherebbe a una forbice di processi tra il 10 e il 40%. Alfano ha difeso il ddl perché realizzerebbe il principio della giusta durata del processo e farebbe risparmiare al ministero milioni di euro che ora vengono spesi per "equi indennizzi" riconosciuti a imputati i cui processi sono andati troppo per le lunghe.

I costi dei processi Per risarcire i ritardi della giustizia italiana, il conto da pagare ammonta finora a 267 milioni di euro. "Il ministero ha già pagato 150 milioni, 86 li ha come debiti fino al 2008 e solo nel 2009 ha contratto debiti per altri 31 milioni", ha detto Alfano. Il presidente della Commissione giustizia del Senato, Filippo Berselli, ha previsto che il ddl sarà votato dal Senato prima della pausa natalizia, sia pure con alcune correzioni, e sarà esaminato dalla Camera dopo le festività.

"Allo stato nessuno può dire con sufficiente certezza a quanto ammonti la percentuale dei processi che ricadrebbero nella sanzione di estinzione ipotizzata nel disegno di legge in discussione - ha commentato Mancino - ciò che in questo momento è possibile ricostruire è la condizione delle diverse realtà giudiziarie del paese ed effettuare un conteggio non troppo approssimativo del numero dei processi a rischio".

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