Processo a D’Annunzio: genio o incosciente?

A Pescara stasera il poeta-soldato, interpretato dal suo biografo e studioso Giordano Bruno Guerri, finirà alla sbarra. Ascoltati capi d’imputazione e arringa difensiva, una giuria popolare stabilirà se davvero fu decadente, libertino e fascista

Processo a D’Annunzio:  
genio o incosciente?

Un processo al Vate, con accusa (Andrea Margelletti, presidente del Ce.S.I.) e difesa (l’avvocato Annamaria Bernardini De Pace) che si danno da fare per tratteggiare tutti i caratteri del poeta guerriero, per far in modo che si possa giungere a un verdetto definitivo sulla sua complessa figura. Inizierà così il festival dannunziano di Pescara intitolato «Tener-a-mente» che si protrarrà per tutta l’estate e che, oltre al giocoso dibattimento per stabilire colpe e meriti di Gabriele d’Annunzio, vedrà svolgersi anche due importanti convegni. Il primo l’8 luglio intitolato «D’Annunzio padre dello stile italiano» che, affiancato da una mostra omonima, sarà dedicato alle molteplici influenze esercitate dall’estetica dannunziana sulla moda, sulla lingua e su tutti i versanti del gusto made in Italy.

Il secondo il 19 settembre in cui si discuterà dei 40 libri recentemente usciti e che hanno per tema vita, opere e avventure del creatore del Vittoriale.
Restando al processo, che si svolgerà stasera all’ex stabilimento di liquori Aurum, oltre ad accusa e difesa, di cui riportiamo in questa pagina una sintesi delle rispettive arringhe, ci sarà anche un giudice titolare - il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia - e due giudici «a latere», Franco Farias e Marco Patricelli. Ma soprattutto una giuria popolare che per alzata di mano decreterà l’innocenza o la colpevolezza. Quanto all’«imputato», non dovrà accontentarsi di una mera presenza in spirito. Giordano Bruno Guerri, presidente del Vittoriale degli Italiani, interpreterà d’Annunzio e pronuncerà la sua autodifesa.

Così spiega al Giornale: «Le accuse rivolte a d’Annunzio le conosco bene. Sono quelle contro cui lotto da anni. D’Annunzio decadente? Per niente, è stato un grande modernizzatore, dal linguaggio alla politica, ai costumi sessuali. D’Annunzio malato di sesso e di donne? Il sesso gli interessava, ma il lavoro gli interessava di più. D’Annunzio antesignano del fascismo con la sua presa di Fiume? Niente di più falso, basta leggere la sua Carta del Carnaro. È una costituzione modernissima e multietnica, non solo dà il diritto di voto alle donne, ma anche tutti i diritti elettivi. Il fascismo ha invece ripreso da lui solo il lato rituale, le immagini e le coreografie».

E se la sostanza dannunziana è questa, Guerri nella difesa non vuole nemmeno rinunciare agli artifici retorici del «maestro»: «Voglio partire con un passo tratto da L’innocente ma non sveliamo quale - scherza -. Non voglio facilitare l’accusa e diminuire l’effetto sorpresa».
Vedremo a chi darà ragione la giuria popolare. Comunque non si disperi chi non è in grado di andare sino a Pescara. Quest’estate ci saranno un sacco di iniziative anche al Vittoriale. A partire dalla creazione del nuovo museo «D’Annunzio Eroe» che verrà presentato nella conferenza stampa del 3 luglio.

Verranno presentati ai giornalisti e al pubblico ben 72 oggetti inediti appartenuti al Vate, tra cui l’autografo de La notte di Caprera che nessuno aveva sino a ora mai visto. La stessa sera prenderà il via anche la parte gardonese del festival «Tener-a-mente» come spiega Guerri: «Noi e Pescara siamo gemellati. Questo ci ha consentito di fare economia d’impresa».

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