La procura antidoping chiede venti mesi di squalifica per Riccò

Roma. Venti mesi di squalifica. Questa la richiesta della Procura antidoping del Coni nel deferimento a Riccardo Riccò, il ciclista italiano trovato positivo all’eritropoietina di tipo Mircera, in occasione dei controlli disposti durante le tappe dell’8 e 13 luglio scorso del Tour De France. Per il ciclista modenese è stata richiesta una squalifica ridotta rispetto a quanto previsto dal codice sportivo: l’attenuante è la confessione resa il 30 luglio scorso davanti al procuratore antidoping. «Le due incolpazioni contenute nel deferimento avrebbero dato luogo ad una squalifica complessiva di 30 mesi, 24 per le positività all’Epo di terza generazione e sei per la frequentazione con un soggetto squalificato o inibito dall’ordinamento sportivo - ha precisato Alessandro Sivelli, legale del corridore, che ha presentato una memoria difensiva nella quale si sottolinea la portata della collaborazione di Riccò -. Lui ha fatto il nome di un suo ex compagno di squadra, licenziato come lui.

Ora aspetta e spera in un ulteriore sconto, anche se è preoccupato perché l’opinione pubblica è contro di lui». Giovedì alle 11 l’udienza del tribunale nazionale antidoping che deciderà sulla squalifica (che partirebbe dal 31 luglio).

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