«La Procura apra un’inchiesta su Montalto»

«La Procura apra un’inchiesta su Montalto»

È molto attesa la prossima seduta del consiglio comunale di Montalto di Castro. In tanti aspettano i «chiarimenti» che il sindaco Salvatore Carai dovrà dare sulla questione dei contestatissimi finanziamenti ai presunti baby-stupratori. Di sicuro ad accogliere il primo cittadino ci sarà una mozione di sfiducia promossa dal gruppo consiliare di Alleanza Nazionale. Le motivazioni dell’iniziativa sono state illustrate in una nota nella quale i consiglieri Fabiola Talenti e Marco Fedele denunciano come «il sindaco e le giunta non sono ancora intervenuti per annullare la determina che anticipa i soldi ai ragazzi accusati di aver stuprato in gruppo una minorenne». «Anche perché - continuano - non hanno né i poteri né gli strumenti per annullarla». Secondo gli esponenti dell’opposizione da questa vicenda ciò che risulta gravemente danneggiata è, oltre alla serenità della minorenne coinvolta, l’immagine stessa della cittadina «che ne esce con le ossa rotte». Un paese che «si è dimostrato comprensivo e solidale con i ragazzi indagati e con le loro famiglie, criticando però aspramente il sindaco, colpevole di aver fatto salire alla ribalta della cronaca questa triste vicenda».
Sulla vicenda è intervenuto anche il Codacons, con il suo presidente Carlo Rienzi, chiedendo alla Procura di Roma di aprire un’indagine sulla decisione del sindaco di Montalto. «Il Codacons - afferma Rienzi - chiede alla magistratura di aprire delle indagini nei confronti di pubblici ufficiali che hanno deciso di finanziare per le spese legali persone coinvolte nello stupro, anche perché, ricordiamolo, esiste la difesa gratuita d’ufficio». La richiesta di indagine alla Procura nasce dalla constatazione che «il ritiro della delibera, con la quale si finanziavano le spese legali dei minori indagati, non basta». Secondo il presidente del Codacons, in base all’articolo 323 del codice penale, «il comune che ha emanato un simile atto in favore di alcune persone che presentavano un grado di parentela con chi ha emesso tale delibera incorre nel reato di abuso d’ufficio».
Intanto il sindaco Carai, tornato dal suo breve soggiorno all’estero, ha preferito non rilasciare ancora nessuna dichiarazione, continuando il suo silenzio stampa. L’unica indiscrezione parla di un «periodo di riflessione e di consultazioni con i suoi collaboratori».
Per ciò che riguarda la revoca del provvedimento, che concede i fondi per le spese legali degli accusati di stupro, è probabile che questa avvenga domani.

Anche qui, però, ci si trova dinanzi a un problema: trattandosi di determine di spesa questi sono atti di competenza esclusiva del segretario generale, quindi non possono essere revocate dalla giunta ma dal funzionario che le ha emesse. Sempre che queste non siano state già eseguite.
Sono molti i «chiarimenti», quindi, che attendono il sindaco Salvatore Carai.

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