«Con Prodi più guerre che con Berlusconi»

«Con Prodi più guerre che con Berlusconi»

«No alle missioni militari, ritiro immediato e incondizionato delle truppe, via dalla Nato, riduzione drastica delle spese militari, riconversione industria bellica e chiusura delle basi militari». Questo il cavallo di battaglia del programma presentato ieri dalla neo lista Sinistra Critica nella sede del dopolavoro ferroviario a Principe.
«Perché siamo l'unica forza politica che si è opposta davvero alle politiche più scellerate e antipopolari del Governo Prodi - ha dichiarato Franco Turigliatto, capolista al Senato -. La sinistra tradizionale è oggi inopportuna e non è più credibile. Il Pd è oramai un partito di centro, sempre più espressione degli interessi della grande borghesia, e la sinistra di governo, tutta riunita nella Sinistra Arcobaleno, tende a superare ogni progetto di sinistra anticapitalista, accettando politiche pienamente liberiste e votando a favore di tutto l'«invotabile». E poi non ci dimentichiamo delle missioni militari. Missioni definite di «pace», con le truppe italiane presenti nei diversi teatri di guerra, che invece rispondono a una vera e propria politica di intervento. Parliamo di un incremento di spese militari pari al 23 per cento nella finanziaria del 2007 e del 2008. Questo significa miliardi di euro investiti per finanziarle. E pensare che durante il governo di Berlusconi erano diminuite».
Non risparmia insomma complimenti Turigliatto agli ex alleati, prendendo le distanze dalle precedenti finanziarie e ammettendo invece che proprio durante il quinquennio di Berlusconi la spesa pubblica alla voce «spese militari» era scesa. Proprio quel senatore che il 16 novembre del 2007 non partecipò al voto finale sulla Finanziaria; votando poi in Senato contro la fiducia al governo il 27 novembre, seduta in cui il governo incassò la fiducia sul welfare con 162 sì, un no e Roberto Calderoli astenuto, mentre tutti gli esponenti della Cdl abbandonavano l'aula. Da lì a poco la strada fu breve: a dicembre venne ufficializzata la separazione dell'area programmatica che era rimasta ancora nel Partito di rifondazione comunista.


Espulso dal partito, Turigliatto insieme ad altri esponenti ha trasformato così la Sinistra Critica in un movimento politico ponendosi come obiettivo la nascita di una Costituente anticapitalista in grado di raccogliere voti per fare opposizione di «Sinistra» al Governo e ai suoi alleati.

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