da Roma
Perché non se lo porta sempre dietro come un cornetto da strofinare, per portafortuna? Sempre che non voglia ammettere che gli è essenziale come lossigeno, se non cè quello a suggerirgli che cosa dire finisce sempre in disastro. Di Romano Prodi e Silvio Emilio Sircana parliamo, premier in carica il primo e suo consigliere per la comunicazione nonché portavoce il secondo. Ormai è matematico e sperimentato, non si può più invocare il caso: se non cè Sircana nei paraggi a Prodi ne escono di ogni colore, capitombolando da una gaffe ad una figuraccia.
Anche ieri mattina, per lennesima contestazione a margine dellassemblea della Cna, Sircana non cera. «Ero in aula a votare», sè giustificato lallampanato e asciutto portavoce, che in verità è anche deputato, eletto nel suo Piemonte, ma che non essendo sottosegretario come altri dello staff prodiano, non può mettersi in missione. Vedi i disastri del doppio incarico?, un democristianone come Prodi non dovrebbe dimenticare... Ma stiamo divagando, il problema è Sircana. O Prodi quando non cè Sircana se preferite, la sostanza non cambia. Che il capo apprezzi il suo portavoce è indubitabile, non lo avrebbe chiamato allIri nel 93, facendolo appunto capo ufficio stampa senza mai averlo incontrato prima. Del resto, che Sircana sia tra i maggiori esperti di comunicazione in giro per lo Stivale, è un fatto riconosciuto con suggello bipartisan. Ne ha dato prova anche ieri. Seppur assente al fattaccio ha provveduto poi a mettervi una toppa con una nota a sottolineare come Prodi sia stato «applaudito a lungo dallassemblea nazionale degli artigiani», e scodellando una giustificazione a futura memoria, per parare anche i fischi futuri: «Ormai abbiamo capito che i drappelli organizzati di fischiatori ci seguiranno ad ogni uscita pubblica, sia del presidente che dei ministri e delle istituzioni in genere».
Tantè che quando non cè lui, sarà il carattere sanguigno o lassenza di ogni spirito comunicativo, Prodi va in caduta libera. Sircana infatti non cera nemmeno al Motorshow di Bologna. Non cera a New York, quando il premier se ne uscì infastidito invocando le guardie svizzere, per la protezione del papa in Turchia. E non cera in Cina, quando esplose il caso Tronchetti Provera e Prodi se ne uscì con una sequenza di fuochi dartificio.
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