Ci sono momenti in cui, se uno è un vero leader, tutti lo vedono. Prodi, per esempio, in questi giorni non lo vede nessuno. In Val di Susa stanno aspettando: che cosa penserà il candidato premier della sinistra riguardo all'Alta velocità? Che idea ha, caso mai vincesse le elezioni? Proseguire su questi binari? O cambiare direzione? Chi si propone per guidare il Paese avrebbe il dovere di esprimersi. Prodi, invece, non pervenuto. Il presidente Ciampi, che pure riveste un ruolo non politico ma istituzionale, la sua l'ha fatta sapere. Il presidente Casini pure. Tutti parlano da giorni. E il leader dell'Unione? Quello che dovrebbe far da sintesi fra le diverse anime della coalizione? Quello che dovrebbe dare una voce unitaria al coro stonato della sinistra? Niente. Grintoso come un budino, coraggioso come una zuppa inglese, non prende posizione. Tace. E si nasconde dietro una dichiarazione tremolante del suo portavoce.
E qui ci viene il primo dubbio: ma come mai non parla direttamente lui? Ha un guaio alle corde vocali? Lo tengono prigioniero nel retrobottega di Bertinotti? È ostaggio di Cossutta? L'hanno imbavagliato i Verdi? Ha fatto un voto di astinenza mediatica nelle mani del pio Castagnetti? Oppure vuole risparmiarsi il fiato per quando tornerà in tv a raccontare come prepara le tagliatelle al pomodoro con la moglie Flavia, che fa tanto bel quadretto e Fabio Fazio è contento?
Per fortuna il suo silenzio ci regala la dichiarazione del portavoce che è un capolavoro. Se siete forti, vale la pena leggerla quasi integralmente. «Su questi temi», dice testualmente, «non si possono prendere posizioni solo per finire sui giornali. Continuiamo ad avere presente il problema e ad ascoltare le voci. Quando sarà il momento opportuno faremo conoscere le nostre valutazioni... Bisogna capire tutte le implicazioni, fare le valutazioni complessive e quindi assumere un orientamento».
Accidenti, che presa di posizione. Quando si dice: parlare chiaro. Avete inteso? «Bisogna capire tutte le implicazioni» e anche «fare le valutazioni complessive». Si capisce: altre banalità non ne hanno trovate? E nel frattempo perché non fare anche quattro chiacchiere sul sesso degli angeli? In fondo non dire nulla è l'unico modo per non scontentare nessuno. «Continuiamo ad ascoltare le voci»: fa un po' Giovanna d'Arco, ma che importa? Almeno così Pecoraro Scanio e Diliberto non avranno nulla da obiettare.
A me il povero portavoce fa un po' tenerezza. Ve lo immaginate chiuso nel suo studio che si arrovella, con la patata bollente che il capo vigliaccamente gli ha mollato. «E ora che faccio? Se dico Tav protestano gli uni, se dico no Tav protestano gli altri...». Alla fine proprio non riesce a trovare niente di meglio: «Non si possono prendere posizioni...». Perfetto: l'ideale per uno che vorrebbe governare il Paese. Non prendere posizioni. Prendere solo le poltrone. Ma, di grazia, per fare che?
Non si è capito. Dice Prodi, tramite il suo ventriloquo Sircana, che lo sapremo «quando sarà il momento opportuno». Le barricate in Val di Susa, evidentemente, non bastano a fare il momento opportuno. Ma allora, quand'è il momento opportuno? E soprattutto: ci potrà mai essere un momento che sia contemporaneamente opportuno per Bertinotti e Rutelli, Fassino e Marini, Boselli e Mastella? E questo momento sarà prima o dopo della prossima era glaciale? Povero Prodi: i cantieri procedono a rilento, ma lui è l'unico che è già entrato dentro il tunnel ad alta velocità.
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