Promosso Ma vi ricordate Sacchi a Lecce?

Su Mourinho sento puzza di bruciato. Avverto, per meglio dire, un furore ideologico che accompagna i riformatori decisi a non ripetere scontate banalità ma ad imporre la propria idea di gioco. Vogliono a tutti i costi tirarlo giù dal piedistallo e ogni occasione è buona: se si espone troppo, perchè parla troppo; se ne sta nel suo guscio, perchè è reticente, se difende i suoi, perchè fa il pompiere, se invece li striglia sulla pubblica piazza, perchè li espone al pubblico ludibrio. No, non va bene. Pretendono che sia mago Zurlì e invece si tratta di un tecnico bravo ma che ha bisogno di tempo per imporre idee e metodi, per correggere errori. I risultati fin qui non sono stati esaltanti ma neppure umilianti e ci sono almeno due spiegazioni: 1) la concorrenza è nettamente migliorata (il Milan, la Juve, il Napoli, l’Udinese, la Fiorentina sono più forti della stagione precedente; 2) i processi di trasformazione sono lenti, specie se si gioca ogni tre giorni.
Su quest’ultimo argomento vorrei richiamare l’attenzione del pubblico, interista e no. In estate, l’Inter e Moratti non hanno cambiato allenatore. Se ci fosse stato un semplice cambio della guardia, l’operazione sarebbe stata indolore: pochi ritocchi, via qualche inutile «pallino» del Mancio (Cesar, Suazo), dentro un paio di rinforzi e poi tutti sulla vecchia strada a imporre muscoli e fisicità, facendo a sportellate. No, l’Inter ha rivoluzionato Appiano Gentile: Mourinho ha modificato metodologia di allenamento, disegno tattico e filosofia, ha scartato il 4-4-2 e disegnato il profilo, più impegnativo, di un 4-3-3 che reclama sacrificio, attenzione, grande generosità e rispetto religioso delle posizioni.
Chi pensa che tutto ciò possa realizzarsi in poche settimane, senza mai pagare dazio, senza incontrare difficoltà e incomprensioni lungo la strada, è un finto ingenuo oppure uno che amoreggia col fantasma di Roberto Mancini. Non è la prima volta che ciò accade.

Quando toccò ad Arrigo Sacchi irrompere a Milanello dopo Liedholm, non fu tutto facile. Dopo la sconfitta contro l’Espanol a Lecce, volevano farlo fuori: invocavano Capello. Berlusconi lo difese e il Milan prese a volare. Moratti è intervenuto ieri. Vuoi vedere che...

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