Gianandrea Zagato
Ogni sua comunicazione scritta si chiude con «saluti ulivisti». Non sappiamo se questo accade anche quando il signor Stefano Facchi incontra impiegati, funzionari e amministratori della Provincia di Milano. Per scoprirlo abbiamo però tempo sino al 30 settembre 2006 quando a Facchi scade il «conferimento d’incarico di collaborazione» per il progetto «Promozione e tutela dei diritti dei bambini e delle bambine» della Provincia. Incarico che aggiunge qualcosa come 30mila euro «lordi, oltre all’iva 20 per cento e contributo previdenziale 4 per cento» al bilancio familiare del cinquantunenne coordinatore provinciale dei Cittadini per l’Ulivo. Denaro che si somma a quello - altri 30mila euro - ricevuto per un’analoga consulenza assegnata nel novembre 2004.
Già, sorpresa, Facchi è il numero uno dell’Ulivo in salsa meneghina: è lui, ex esponente storico dei verdi, a firmare l’appello «alle amiche e gli amici ulivisti» per la costituzione dei «comitati per Prodi» per le primarie del 16 ottobre. Dettaglio politico che però non figura sul curriculum vitae con foto fornito alla Provincia dall’interessato: diploma di ragioneria, buona conoscenza dell’uso della posta elettronica e undici anni da «amministrativo» alla Pirelli prima di «conoscere la realtà giovanile attraverso un’importante scuola di tennis - arrivata a contare la partecipazione di oltre ottanta bambine e bambini di un’età compresa tra i sei e i dodici anni e pure attraverso la frequentazione dello stesso centro sportivo da parte di molti degli adolescenti della zona». Qualità da pedagogo che Filippo Penati non si è lasciato sfuggire: lui, tra le altre, ha infatti pure la delega per «i diritti dei bambini e delle bambine» e ricopre l’incarico «conferito dall’Unicef di difensore dei diritti dell’infanzia». Riconoscimento nei confronti di un’amministrazione che, secondo il presidente, «pone tra i punti centrali del suo programma di governo il tema d’essere bambini e ragazzi, non solo per promuoverne i diritti, ma soprattutto per dare loro un nuovo ruolo nella comunità: è necessario che la società degli adulti non solo sappia ascoltare i bambini e gli adolescenti con rinnovata attenzione, ma sappia anche accompagnarli sulla strada che li porterà ad assumersi il ruolo di cittadini».
Virgolettati presidenziali che il direttore generale di Palazzo Isimbardi, Giancarlo Saporito, in data 7 ottobre - determinazione numero 42 del 2005 - traduce su indicazione politica e secondo legge, - con tanto di parere favorevole di regolarità contabile e di copertura finanziaria - nel conferimento d’incarico a Facchi «ritenuta, sulla base degli specifici compiti da svolgere, idonea la competenza e la professionalità del sig. Facchi, individuato intuitu personae». Nulla di illegale, sia chiaro. Solo che quella del signor Facchi, come altre consulenze date dalla Provincia di Milano versione centrosinistra, è l’ennesima prova che al civico 1 di via Vivaio non si guarda alle teste ma alle tessere. Conferma di una prassi che arriva direttamente dallo stesso Facchi raggiunto telefonicamente per conoscere quella che Saporito giunge a definire «notevole esperienza professionale maturata collaborando con organismi impegnati sul tema dell’infanzia». «Sì, ho ottenuto quest’incarico per due ragioni, la prima è pedagogica operando nel settore e la seconda è la visione ambientalista occupandomi di difesa del territorio, agenda 21 e altre tematiche verdi» fa sapere Facchi che, incalzato, aggiunge: «Nella vita professionale mi occupo di sport. Gestisco un impianto sportivo dove si pratica calcetto e tennis in quel di Cologno Monzese. È proprio in quest’ambito professionale che nasce la mia conoscenza del mondo dei bambini». Come dire: il ds Penati arruola con 30mila euro lordi quel coordinatore milanese dell’Ulivo che è amministratore unico della società Cigni sport di Cologno Monzese e gli affida il compito «di coordinare il tavolo provinciale “Bambini e ragazze” del forum del terzo settore in grado di facilitare la costruzione di un piano infanzia provinciale» insieme alla «realizzazione e organizzazione di eventi istituzionali che saranno curati da personale altamente qualificato e di comprovata esperienza in materia».
Che altro aggiungere? Che Facchi secondo «determina dirigenziale» può ottenere rimborsi spese per missioni e trasferte come già fatto: tremila euro «per l’esercizio del proprio incarico». No, tranquilli, non c’è nessuna operazione strana, nessun anticipo: infatti, si tratta dei rimborsi promessi per l’altro incarico di Facchi. Quale? Be’, quello che il signor Facchi già aveva ottenuto dalla Provincia il 30 novembre 2004 per altri 30mila euro di compenso e sempre con la stessa motivazione, «promozione dei diritti dei bambini e delle bambine».
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