Provincia, la sfida Podestà-Penati finisce ai supplementari "Ma la vittoria è solo rinviata"

Guido Podestà 48,82 - Filippo Penati 38,79: ballottaggio per un soffio. Il candidato Pdl alla Provincia: "Siamo avanti di dieci punti". Bossi assicura l’appoggio. Trattative in corso per le alleanze

Provincia, la sfida Podestà-Penati 
finisce ai supplementari 
"Ma la vittoria è solo rinviata"

Guido Podestà 48,82 - Filippo Penati 38,79.

Per la conquista di Palazzo Isimbardi non basta il 49 per cento. Ma tra il 48,82 per cento di Guido Podestà e il 38,79 per cento di Filippo Penati c’è una differenza di dieci punti. Distanza non da poco per l’inquilino uscente di via Vivaio, anche perché «tranquillo e sereno, Guido, tra quindici giorni vinciamo». Certezza firmata da Silvio Berlusconi. Sì, la vittoria del candidato Pdl alla Provincia di Milano è «solo rimandata» dice il presidente del Consiglio. E Podestà, «tranquillo e sereno», già può riattaccare Penati che si dice pronto a imbarcare ruderi & reduci della sinistra massimalista: «L’afferma a spoglio ancora in corso, eppure aveva garantito gli elettori che per governare non sarebbe sceso a patti con figli e nipotini di Bertinotti e di Diliberto». Come dire: fidarsi di Penati è davvero difficile, «quello che afferma lo smentisce poi coi fatti». Evidente il problemino che poi si pone a Penati and company: «Come può l’Udc dare un voto, un consenso a chi sta a fianco dei centri sociali, a chi vuole nella sua squadra di governo il portavoce del Leoncavallo?». Già, vero, impensabile. Ma Guido Podestà comunque non teme gli apparentamenti di Penati: «Noi ragioniamo da quota 50 per cento e con una coalizione compatta, coesa. Nostro obiettivo è riportare gli elettori al voto tra quindici giorni. E lo faremo con una campagna elettorale come quella sin qui fatta per quattro settimane: due settimane in più ci aiuteranno a raggiungere ancor più i milanesi». E l’incognita della Lega, che al secondo turno ha sempre detto di non volersi presentare ai seggi perché in quell’occasione c’è pure la concomitanza del voto referendario? «La Lega deciderà, ma anche stavolta, al primo turno, si è dimostrata un alleato affidabilissimo» risponde Podestà. Come dire: «Con la Lega ragioneremo insieme, non c’è un problema, non c’è mai stato un problema». E, infatti, in serata Umberto Bossi fa sapere che «voteremo i candidati comuni con Pdl», ovvero «partecipiamo alle elezioni dove siamo al ballottaggio». Insomma, per Guido Podestà il ballottaggio è l’opportunità di altre due settimane di campagna elettorale pancia a terra: «Per quindici giorni parleremo di “ronde”, di “termovalorizzatori” e di “infrastrutture”. Temi caldi, scelte fondamentali per i milanesi che Penati non può affrontare avendo alleati Rifondazione, Comunisti italiani e i partiti del “no”». Quelli che, aggiunge Podestà, non piacciono «all’elettorato dell’Udc che, insieme al Pdl e alla Lega, governa in Regione Lombardia, al Comune di Milano e in altre realtà amministrative». E tra i materiali della campagna elettorale per la conquista di Palazzo Isimbardi, Guido Podestà fa sapere che «posto d’onore spetta a un libro di cento pagine dedicato all’affaire Serravalle, alla plusvalenza di quasi 200 milioni di euro che Penati ha dato a un imprenditore in cambio di un valore azionario pari a un quarto. Un libro che distribuiremo alle famiglie, a tutte le famiglie di Milano e Provincia». La squadra di Podestà presidente stamani è già al lavoro, negli uffici al quarto piano di via Scarlatti. Pronti a due settimane di incontri, confronti e battaglie per una vittoria che, parola di Silvio Berlusconi, è stata «solo rimandata».

Una vittoria dietro l’angolo, a portata di mano con il Pd in disfacimento e con la débâcle di Penati: «Quel 39 per cento che ha raccolto è la peggiore performance tra i candidati Pd in corsa per il secondo mandato. Che aggiungere? Il 49 per cento andato a Guido Podestà è il record delle preferenze al primo turno». Consolazione prima del premio finale. 

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