Provinciali, ecco le squadre in corsa

La corsa per Palazzo Isimbardi riserva nuove sorprese, giorno dopo giorno. Un esempio? Filippo Penati sostiene di essere «sulla corsia di sorpasso». E cita, l’inquilino di via Vivaio, gli «sms che arrivano dagli elettori, solo e tanti messaggi di sostegno». Sondaggio pur nulla scientifico, chiosa Bruno Dapei, ovvero «pari al nulla». Anzi, no, qualcosa ricorda: «L’irresistibile mr. Bean che ogni Natale gioisce nel ricevere cartoline e biglietti d’auguri che ha provveduto a mandarsi da solo nei giorni precedenti».
Ironia da campagna elettorale, mentre il coordinamento lombardo del Pdl annuncia che venerdì saranno presentate le liste definitive degli aspiranti consiglieri provinciali. Ultime ore, dunque, di lavoro attorno ai quarantacinque collegi - diciannove su Milano città - con una certezza: il Pdl ripresenta i consiglieri uscenti che per cinque anni hanno denunciato fatti e misfatti di Penati e della banda di Sesto San Giovanni che supportava sprechi e immobilismi del presidente.
Uniche esclusioni dalla lista sono quelle di Paolo Del Nero e di Giovanni De Nicola. Motivo? Entrambi, dicono dal Pdl, entreranno in giunta: Del Nero - unico rappresentante dell’area di Comunione e liberazione - dovrebbe occuparsi di servizi sociali e famiglia mentre per il capogruppo uscente di An, Giovanni De Nicola, indicato dal ministro Ignazio La Russa, sarebbe disponibile l’assessorato alla Sicurezza e alla Polizia provinciale.
Dunque, nuovamente in campagna elettorale per consegnare la Provincia di Milano a Guido Podestà e riconquistare il seggio provinciale sono (in rigoroso ordine alfabetico): Pietro Accame, Max Bruschi, Michele Clerici, Bruno Giorgio Dapei, Francesco Esposito e Camilla Musciacchio. E in quota An si presentano (sempre in rigoroso ordine alfabetico): Giuseppe Milone, Giuseppe Russomanno - è consigliere uscente -, Gianni Stornaiuolo e Massimo Turci. Nomi e cognomi noti alla politica in salsa ambrosiana che, naturalmente, in queste ore ancora «viaggiano», si fa per dire, su e giù nell’elenco dei 45 collegi.
E mentre Guido Podestà fa sapere che nella sua giunta prevede «un numero adeguato di donne», che «sono una grande risorsa» e che hanno un modo di leggere le realtà più complesso di quello di un uomo», l’elaborazione delle liste made in Penati and Pd provoca non pochi problemi. Un esempio? Il Pd a Sesto San Giovanni che, ricordiamo, è feudo del «rosso» Penati, contrappone Roberta Perego che ha buone chance di vittoria alla candidata del presidente Benedetta Tobagi. Sorpresa di troppo, come quelle che agli elettori offre la lista Penati mettendo insieme il leghista pentito Philippe Daverio alla filo-rom Francesca Corso o, ancora, all’ex socialista Alberto Grancini e il politologo Alessandro Amadori.

Che, tra l’altro, sarebbero già opzionati come squadra di giunta dal presidente uscente: naturalmente, se il 7 giugno non ci sarà lo sfratto. Sgombero che, secondo i bookmakers, è però quasi certo. Già, ai milanesi sono bastati e avanzati cinque anni con un presidente che non ha saputo governare. Il replay sarebbe solo crudeltà.

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