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Le provvidenze da spartire fan litigare trotto e galoppo

Ernesto Cazzaniga*

Nel segno della più piena tradizione Fieracavalli di Verona ha caratterizzato il primo fine settimana di novembre: senza dimenticare però il magnifico prologo del giorno dei Santi in cui Fairbank Gi a San Siro nel gran premio Orsi Mangelli (con al sediolo un grande interprete ed uomo di cavalli quale Peppino Maisto) ha confermato anche a livello internazionale la supremazia già evidenziata nel Derby del trotto di poche settimane prima. Un segno di vitalità che ci sentiamo di attribuire a tutta la leva dei trottatori del 2002.
Ma torniamo a Verona: tutto il cavallo al centro dell’attenzione generale, come sempre, giusto quindi anche per chi vi scrive, poter visitare non solo il padiglione dell’Unire ma anche gli stands di altre razze per un confronto ravvicinato con le varie esperienze equine e non solo.
Quest’anno Fieracavalli è stata caratterizzata, presso il padiglione Unire, dalla presentazione di nuove tipologie di scommesse, ad opera della direttrice per le strategie dell’Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato, Gabriella Alemanno. Si potrà scommettere nella corsa Tris, presso le ricevitorie, anche sul solo vincente e sull’accoppiata. È un passo avanti non da poco, che auspicavamo da tempo: il solo rammarico è proprio il tanto tempo passato prima che l’iniziativa sia diventata realtà in quanto deve far fronte ad una concorrenza molto agguerrita con altri tipi di scommesse non ippiche, che hanno occupato il panorama dei giochi.
Ma tant’è: ci auguriamo che vedano presto la luce, come sembra, anche quartè e quintè, dal momento che si sente la necessità di dare nuove motivazioni allo scommettitore, attraverso giochi fantasiosi, innovativi e soprattutto competitivi.
In quest’ottica deve inserirsi anche l’Unire con una serie di iniziative che egualmente devono offrire benefici al settore. Ad esempio da anni personalmente propongo un piano di ritiro dei cavalli dalle corse allo scopo di poter ridurre il numero dei trottatori in gara e nel contempo dare la possibilità ai proprietari di poter rinverdire le loro aspettative, reinvestendo in cavalli più giovani alle aste o nelle corse a vendere. Ebbi modo di effettuare la proposta all’Unire nell’ormai lontano 2000 e di riproporla successivamente: devo dire che quest’anno il segretario generale dell’ente, Franco Panzironi, ha più volte ventilato la possibilità, da parte del ministero delle Politiche agricole, di un piano di questo tipo rivolto a cavalli che non danno sufficiente apporto al gioco ed alla qualità agonistica, i quali verrebbero destinati ad altri scopi. Proprio la Fiera di Verona ha dimostrato che ci sono tanti altri modi, anche altamente umanitari di impiego del cavallo, su tutte, ad esempio, l’ippoterapia. In ogni modo sono della più totale convinzione che un provvedimento del genere sia non solo auspicabile ma anche necessario allo scopo di porre un freno alla pletora di cavalli partecipanti sulle nostre piste.
In tema di iniziative e di proposte ragionevolmente auspicabili, mi auguro fortemente - già lo feci poche settimane fa - che in Italia sorgano al più presto piste da miglio (o per lo meno da 1.400 metri con racchetta). E volendo essere ancora più preciso ed equilibrato, la mia speranza è che possano sorgere almeno tre piste in Italia di questa lunghezza, una al Nord, una al Centro, una al Sud. Sempre la visita alla Fieracavalli, mi ha fatto tornare alla mente un altro argomento: proprio nella città veneta un anno fa, a proposito del rapporto provvidenze trotto/galoppo, avevo sostenuto la necessità di portare il rapporto delle provvidenze al 60% - 40%, come avviene per il montepremi, come passo intermedio per arrivare alla separazione delle casse. Ricordo anche che l’allora presidente dell’Unire Antonio Matarrese, se ne uscì con una battuta, «Trotto e galoppo non si amano».
A 365 giorni di distanza sosteniamo ancora che il rapporto tra trotto e galoppo necessiti di un completo riequilibrio: è un argomento che non si può «gettare» sempre in fallo laterale.

È il momento di affrontare il problema: il trotto non può più aspettare.
* presidente dell’Anact (Associazione nazionale allevatori cavallo trottatore)

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