«Il pubblico vuole capire la malvagità»

da Milano

Pietro Valsecchi (responsabile della casa di produzione Taodue che realizza le fiction più importanti per Mediaset), l’ha sorpresa il successo della fiction dedicata a Riina Il capo dei capi?
«No, il pubblico vuole capire chi sono i cattivi nel nostro Paese. E poi è un argomento più attuale che mai, visti anche gli ultimi avvenimenti, la cattura dei due boss eredi di Provenzano».
Il suo lavoro si rivolge a un telespettatore in particolare?
«La lista è lunga, studenti, operai, casalinghe, uomini d’affari, intellettuali... Del resto i fatti di cronaca appartengono a tutti e in Tv, il pubblico vuole trovare qualcosa che lo riguardi, la quotidianità. Le vicende di Riina, del capitano Ultimo, o della Uno bianca sono nell’immaginario collettivo degli italiani, una ricostruzione è sempre ben accolta».
A Totò Riina ha dedicato sei puntate, alla vita di Paolo Borsellino solo due...
«Borsellino è un eroe, sulla sua storia dovrebbero essere girate pellicole e film in quantità. Io ho fatto il mio».
Le fiction di cronaca in questo momento vanno per la maggiore. Si aspettava che Distretto di polizia subisse un così forte distacco rispetto dalla Terza verità?
«È difficile affrontare la seconda puntata di una fiction di successo. Probabilmente perderemo anche lunedì prossimo contro il secondo episodio de Il cielo è sempre più blu, la fiction dedicata a Rino Gaetano».


Non ha fiducia negli sceneggiati tratti dalla storia o dalla letteratura?
«Si, anzi ho in cantiere una miniserie molto dispendiosa che racconta la storica rivalità tra due artisti del Rinascimento, il Bernini e il Borromini».
Ma lei ha visto Guerra e pace?
«Certo, insieme con i miei figli. Ci è piaciuto molto».

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