Politica

«Puntate sull’ironia e lavorate di più»

Elena Jemmallo

«La bellezza aiuta, ma quello che ti fa fare carriera alla fine sono le capacità». Antonella Clerici, volto noto della tv che dai fornelli della Prova del cuoco è ora diventata anche la reginetta del sabato sera con Il treno dei desideri, ha le idee molto chiare su cosa voglia dire oggi per una donna fare carriera.
Si è mai sentita una «caramella per gli occhi» per gli spettatori?
«Essere donne avvenenti aiuta in tutti i lavori, non solo nel mondo dello spettacolo, ma io credo che per fare carriera l’aspetto fisico non sia affatto sufficiente. Mi è capitato, quando avevo 20 anni di ricevere avance da parte di chi mi prometteva di introdurmi nel mondo dello spettacolo. Fa parte del gioco, lo sanno tutte. Sta a noi il compito di farci valere per il modo in cui ragioniamo. Se le sei impiegate della banca tedesca sono state scelte solo per la loro bellezza, invece che fare causa all’azienda avrebbero dovuto lavorare il doppio e dimostrare di essere brave, oppure cercare un altro posto di lavoro dove farsi considerare per i meriti più che per le cosce. Credo che sia fondamentale non diventare schiave della propria bellezza».
Niente minigonne sul lavoro, quindi?
«La minigonna non c’entra affatto! Figuriamoci se adesso una per farsi valere deve rinunciare ad essere bella. È il modo in cui ti poni, come ti comporti, che fa intendere agli uomini che tipo di donna sei. Anche quando lavoravo allo sport, in una redazione quasi tutta maschile ho imparato a rispondere a tono e a pormi in modo ironico. Ad esempio, quando agli inizi della mia carriera lavorativa facevo la giornalista e ho saputo utilizzare la mia femminilità in modo intelligente, ottenendo magari qualche intervista in più dei miei colleghi uomini. E anche quando ho cominciato a presentare in tv, non ho mai puntato solo sulla bellezza, ma anche sulla mia verve ironica. Insomma, la vera discriminante non è la scollatura, ma la testa e il modo in cui la usi».
Le donne vengono trattate come «cittadine di seconda classe»?
«Non mi sono mai sentita una cittadina di seconda classe, anche se però è vero che gli uomini hanno ancora oggi molto più potere delle donne, nel senso che occupano ruoli che difficilmente noi riusciamo a raggiungere. E non si tratta di bravura. Anzi spesso le donne hanno una marcia in più, sono più propositive. Eppure certe posizioni di comando rimangono ancora in mano agli uomini.

Ma se parliamo di presenze televisive direi proprio il contrario: il piccolo schermo è dominato da conduttrici femminili».

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