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«Puntiamo al titolo: fra Massa e Raikkonen deciderà la pista»

Montezemolo fa l’equidistante ma si sbilancia sul finlandese: «È come Schumi nel ’96, arriva in un momento cruciale. Alza il gomito? Ogni tanto lo faceva anche un tedesco di Kerpen...»

nostro inviato a Fiorano

Nell'angolo, un albero zeppo di luci intermittenti bianche. Fa molto Finlandia e di questi tempi è di moda a Maranello. A centro tavola una Ferrari F1, nel senso che la tavola è formata da quattro lunghi lati disposti intorno alla Rossa. Su una parete, un'altra monoposto, stavolta, ahi lei, appesa al muro. Posizione meno nobile ma di effetto: spatasciata com'è contro il muro, sembra un enorme ragno rosso. Quadro surreale e affascinante. Il presidente Luca di Montezemolo non è ancora arrivato, sta finendo di ringraziare l'azienda che, come di rito per tutti i dipendenti, allo scoccare del quindicesimo anno di servizio regala medaglietta d'oro e baci e abbracci. «Sapete - dirà più tardi - mi ha fatto molto piacere, li compio proprio in questo mese... e sarebbero diciannove con quelli trascorsi dal '74 al '77. Quanti ricordi... Sono tornato qui nel ’91, a volte penso ancora al primo impatto, quando incontrai l'ingegner Lombardi, era il capo della gestione sportiva, mi presentai, gli domandai quale fosse la sua esatta funzione, mi rispose “vede, io sono il Ron Dennis della Ferrari...”. In quel momento capii che di cose da affrontare ce n'erano molte».
Prima che arrivasse il presidente tifoso, un problema grande: tavolo quadrato, si diceva, e dunque composto da quattro file da dodici; dodici per quattro fa quarantotto e perché sono quarantanove i posti? Ma perché diavolo quella fila ha tredici posti? Panico. Il presidente è superstizioso, non deve sapere, non deve vedere. Imputati? Quelli del catering. Subito assolti per insufficienza di prove e perché è Natale e perché il presidente non se ne accorgerà. Sospiro di sollievo, si può dare il via ai festeggiamenti.
Montezemolo arriva, saluta tutti, ad uno ad uno, dai propri uomini, dall'amministratore delegato Jean Todt, al responsabile della Comunicazione Ferrari Antonio Ghini, a Luca Colajanni, direttore di quella sportiva. E poi tutti i giornalisti. Sembra sollevato. Non il presidente stanco e pieno di grattacapi di due anni fa, quando si ritrovò sulle spalle e la Ferrari e la Confindustria e, soprattutto, la Fiat malconcia di allora. Già, la Fiat di oggi, «Marchionne sta facendo un gran lavoro - dice -, ha snellito i processi decisionali, come se fosse un'azienda di dimensioni minori. L'anno prossimo ci sarà una bellissima 500 e poi la Bravo... Le Panda clonate? Se lo fanno vuol dire che i cinesi hanno stile e che quella vettura è un mito... E se poi copiano quattro o cinque Ferrari l'anno, mi fa anche piacere, clonano un sogno. Basta che non esagerino». Confessa: «Una serata così, dopo i cunei fiscali e il Tfr, è un momento di vero piacere, di evasione» e non casca nel tranello politico: «Prodi è un amico, per fortuna non ero al Motorshow quando ci sono state le proteste. Da Gianni Agnelli ho imparato ad avere il massimo rispetto per le istituzioni». È sereno, rilassato, e non potrebbe essere altrimenti, visto che tutto avviene nella sua Fiorano; due metri più in là c'è infatti la pista; per lui è come un gerovital... «perché questa azienda è la mia vita... Comunque, tra un anno avrò molto più tempo a mia disposizione, fra un anno non ci sarà più l'impegno di Confindustria e se vinciamo il mondiale 2007, Todt va in pensione e io mi ritiro a Capri. Verrete a trovarmi, vero?».
Montezemolo ricorda Clay Regazzoni, «ancor oggi non capisco come mai a Watkins Glen, nel '74, tutto andò storto e non riuscimmo a vincere il titolo..., che grand’uomo che era... Venendo qui riflettevo: muore in auto e accade guidando, malgrado il suo handicap. Muore vicino a Maranello. Che strano. Tra noi mai una discussione, a parte una gara a Montecarlo in cui rallentò Lauda: Niki avrebbe potuto vincere. Fu Clay a propormi Lauda». Parla di quella del passato e gli chiedono che cosa non gli piaccia di questa F1? « Va migliorato lo spettacolo in pista, per esempio i sorpassi; vanno ridotti i costi, e bisogna migliorare lo spettacolo per il pubblico dentro il circuito».
Mentre gli ospiti nuotano nei tortellini in brodo, il presidente fa il punto dell'anno che diventa il punto di una vita: «A pensarci, dal '97 ad oggi, tranne nel 2005, la Ferrari ha sempre vinto il mondiale o perso all'ultima gara... mi pare un bilancio positivo. L'anno prossimo puntiamo ovviamente al titolo, sarà una nuova sfida, la F1 è al cambio generazionale, noi abbiamo due piloti giovani e un presidente vecchio. Sarà una stagione dura: mi pare ormai chiaro che le monoposto, le migliori, saranno tutte molto vicine. Erano le gomme diverse a fare le grosse differenze delle passate stagioni. Ma ora che sono tutte uguali...».
C'è chi riemerge dal brodo, chi si rituffa, chi attende carciofi e pollo, sembra che l'unico interesse sia il menù quando, come un macigno, arriva il domandone supremo: Presidente, comunque la si rigiri, ormai è chiaro che circolano voci sulle attitudini alcoliche di Raikkonen? Gelo. Sembra che addirittura sia entrato il finlandese in persona, soprannominato Iceman. La sensazione è che si raffreddino persino brodo e tortellini e pollo e carciofini. Il presidente, invece, sorride: «Anche Irvine era allegrotto. Capita a tutti qualche volta di ubriacarsi. Guardate... quattro, cinque volte l'anno è accaduto persino a un grande campione, da tutti celebrato, un tedesco nato a Kerpen... anche se si fa fatica a crederlo. Per Kimi non sono affatto preoccupato. Siamo motivati noi e lo è lui: l’ho sentito in un paio di telefonate, ha l'approccio giusto con la Ferrari e ci arriva al momento giusto della sua carriera... spero solo sia più fortunato». Quello della tempistica è tema caro al presidente tifoso, «perché se Schumi fosse arrivato prima del 1996 non avrebbe vinto così - spiega -, non eravamo pronti noi. Raikkonen arriva adesso, nel pieno di una fase cruciale della sua carriera, deve vincere. Chi sarà prima guida fra lui e Massa? Lasciamo che corrano, vedremo... Di certo, fino a che ci saremo io e Todt, prima di tutto verrà sempre l'interesse della Ferrari, non quello dei piloti». Gli domandano: ma, alla fine, quale sarà il ruolo di Schumacher? «Non l’ho capito neppure io - scherza - ve lo dirà Todt». E il piccolo Napoleone di Maranello: «Avrà un ruolo importante nell’assistere la nostra organizzazione sportiva, verrà anche ad alcune gare». Il capo francese annuncia poi che a capo dell’attività in pista ci sarà Luca Baldisserri, ex vice di Ross Brawn: sarà lui l’uomo di raccordo fra il nuovo direttore tecnico, Mario Almondo, e il box. Quindi snocciola le possibili date per il debutto della nuova Rossa, «tra il 15 e il 20 gennaio a Fiorano» e di Raikkonen, «tra il 21 e il 23 al Mugello». Queste le novità.
Il microfono torna a Montezemolo: «Massa si allena tantissimo, questo è il vero insegnamento di Schumi: la preparazione fisica. Se ho creduto a Rossi in F1? Un po’ sì, ma non moltissimo: avrebbe dovuto lasciare subito e allenarsi per un anno».

Intanto, sul maxi schermo a ellecidì va in diretta il derby del suo cuore: Bologna-Juventus. Qualcuno prova a metterlo in trappola: a chi tiene, presidente? «Guardi, io sono felice quando segna la Juventus... e sono contento quando segna il Bologna. Tieh!». E buon Natale a tutti.

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