Cultura e Spettacoli

Pupo, Brosio e la Ricciarelli sfida infinita all’ultimo full

Da lunedì su Sky una settimana di partite a Texas Hold’em. Tra i 12 vip in gara anche Haber, Baldini, Scarpati, Lillo e Rosita Celentano

nostro inviato a Venezia

Non è che ci voglia molto, ma questi sono più famosi dei naufraghi dell’Isola. Se non tutti, quasi. Prendete Andrea Delogu, e sarebbe davvero un gran bel prendere, dato che non è un lui come fa presumere il fuorviante nome di battesimo, ma una vistosissima lei, l’unica (semi)sconosciuta tra i magnifici dodici della Notte del poker. La ben fornita signorina è un’ex letteronza della Gialappas, scelta da Sky in quanto personaggio più ricercato di una roba strana che si chiama Myspace, come dire che qualche dote ce l’ha e è impossibile asserire il contrario.
Che poi non sappia giocare è un altro paio di maniche. Se è per quello anche Rosita Celentano, nel bel mezzo della gara, ogni tanto chiede: «Ma vale di più il colore o il poker?». Seguito da un’insopprimibile «Porca...» a risposta ottenuta. E Paolo Brosio? Non sa distinguere un re da una donna, intese come carte, ma è abbastanza onesto da ammetterlo davanti alle proteste belluine di Gianni Cavina («Brosio, barbaro!») dal fondo del giardino del Casinò: «Contro il culo nulla puote».
Ecco, il fattore B, di cui si è tanto sproloquiato a Miss Italia può diventare determinante al tavolo del poker, come ben sanno i giocatori veri, non proprio professionisti, ma loro cugini primi. Lo dicono, più o meno in coro, Pupo, Marco Baldini, Alessandro Haber, lo stesso Cavina, Fabio Caressa e Katia Ricciarelli, la mezza dozzina del manipolo di vip reclutato da Sky che conosce la materia. Certo, sulla lunga di distanza non c’è corsa tra un esperto e un pivellino, ma sul percorso breve, come si può considerare questa Notte del Poker - Celebrity Edition, le sorprese, anche grosse, sono tutto fuorché sorprendenti.
Per trovarle provate a seguire le stravaganti evoluzioni al tavolo degli altri sei, che col gioco hanno minor frequentazione: oltre alla Celentano, a Brosio e alla Delogu, Lillo (temporaneo vedovo di Greg), l’algida conduttrice del Tg2 Manuela Moreno e Giulio Scarpati (Ho sempre fatto il buono, stavolta sarò cattivissimo»). Cavina non si dà pace appena Brosio vince una mano e non gliele manda a dire: «Come fa Brosio ad avere una moglie così. Le donne sono proprio deficienti!». Velenoso commento da sottoscrivere più per la prima parte che per la seconda. Ma l’ex vittima preferita di Emilio Fede replica per le rime: «Cavina, vieni a contare le mie fiches, che da solo non ce la faccio».
Per chi non lo sapesse, i dodici aspiranti al titolo, e ai trentamila euro (giustamente destinati alla beneficenza, considerato il portafoglio dei concorrenti), si battono al gioco più voga nei circoli, nei club, nei casinò e forse anche nelle bische, il Texas Hold’em. Cinquantadue carte, come dire tutto il mazzo, due carte coperte a ciascuno e cinque in mezzo che valgono per tutti. Quindi vince la miglior combinazione delle cinque carte classiche tra le sette a disposizione. Quasi ovvio aggiungere, anche per chi ne mastica poco o nulla, che dopo le prime due carte (magari una tragica coppia formata da un due e un quattro), ci si può ritirare, senza sborsare alcuna fiche, in attesa di una mano più fortunata. Avvertenza doverosa per i nemici cronici dell’azzardo: a Texas Hold’em si paga soltanto l’iscrizione, le fiches sono come i soldi del Monopoli: denaro fittizio. Il gioco è a eliminazione, chi resta senza fiches è pregato di accomodarsi. Alla fine rimane al tavolo un solo, il vincitore.
I dodici vip, sempre divisi in gruppi intercambiabili di sei per avere il maggior numero possibile di formazioni, si sfideranno in trentasei manches per nove puntate, in seconda serata, mica si può rischiare di scontrarsi con la Champions League. Per vederli in azione, da lunedì 8 ottobre fino alla domenica successiva, 14 ottobre, basta sintonizzarsi su Sky Sport 2 (canale 202).

Così imparerete cosa significa «call», «raise», «check», «fold», «turn», river», «flop», tutti inglesismi, in effetti un po’ snob che a un certo punto hanno fatto esplodere Haber: «Ma siamo in Texas o a Venezia?».

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