La grande sfida è iniziata. Dopo la dichiarazione di guerra pronunciata alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco, dove ha sparato a zero sulla «disastrosa» politica Usa in Medio Oiente, il presidente russo Vladimir Putin si prepara a colpire al cuore il suo concorrente. Con unaggressività da Guerra fredda il nuovo zar scatena la sua offensiva nei capisaldi dellinfluenza americana.
Dopo linizio settimana in Arabia Saudita e Bahrain è atterrato ieri in Giordania, uno dei più stretti alleati di Washington nella regione, ripagato ogni anno con 5 miliardi di dollari in aiuti economici. Putin non può permettersi tanta generosità. Può però allettare i ritrovati amici medio-orientali con forniture militari e promettendo di contenere linfluenza americana in sede internazionale. Il colloquio con re Abdallah - seguito da un incontro allaeroporto di Amman con il presidente palestinese Abu Mazen - arriva non a caso a una settimana da quel cruciale incontro del Quartetto diplomatico in cui Usa, Onu, Russia e Unione Europea decideranno la nuova politica nei confronti dellAutorità palestinese.
Putin - intercettando le aspirazioni dei Paesi arabi - punterà a far cadere lembargo contro lAutorità nazionale palestinese tessendo le lodi dellaccordo per la formazione di un governo dunità nazionale raggiunto alla Mecca da Hamas e Fatah. Gli Usa raccogliendo le sollecitazioni israeliane sottolineano, invece, linottemperanza alle tre clausole stabilite dal Quartetto che prevedono il riconoscimento dello Stato ebraico, degli accordi di pace pregressi e la rinuncia alla violenza. Il tour di Putin rischia dinterferire anche con linedito incontro a tre che il 19 febbraio vedrà protagonisti il segretario di Stato americano Condoleezza Rice, il premier israeliano Ehud Olmert e Abu Mazen.
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