Si sta creando il panico attorno al futuro di Josè. L'Inter è a quattro giorni dallo spartiacque della sua stagione, e tiene banco il futuro del suo allenatore.
Possibile che Josè non senta il bisogno di dare dei paletti, delle certezze, sulla soglia della partita più importante?
Quando alla vigilia di Sampdoria-Inter di coppa Italia, gli è stato chiesto quanto fossero pertinenti le ipotesi di un suo passaggio sulla panchina del Liverpool, Josè ha risposto: «Nessuna».
Ma è diventato improvvisamente serio.
Anche alla vigilia della partita con il Genoa gli è stata fatta la stessa richiesta, e lui: «Non è vero che sono stufo dell'Italia». Vabbè, ma a fine stagione se ne va?
«Appena finita la stagione, e mancano solo 86 giorni - ha risposto -, è certo che me ne vado. Vado in vacanza con tutta la mia famiglia e le mie vacanze non saranno certo in Italia. Andrò in Africa dove ho fatto della beneficenza, e poi in America e in Portogallo, è ovvio».
C'è girato attorno, allora è arrivata una domanda più diretta: ma rispetterà il contratto di tre anni che ha firmato con Moratti?
«Non si può mai sapere, due, quattro, dieci anni. Chi lo sa. Dipende».
Dipende? Ma che cosa vuol dire?
«Dipende da tutto - ha risposto -. Chi lo sa».
Non dipende dai risultati, non dipende dalle sue decisioni, non dipende dalle decisioni di altri, più ermetico di così Mourinho non lo è mai stato. E alla vigilia di un match talmente strategico per la stagione della squadra, qualcuno pretendeva almeno una frase fatta, tipo: ho un contratto di tre anni, perchè mi chiedete se resto?
Ma Josè non l'ha detto e questo moltiplica le indiscrezioni sul suo futuro. Josè sa che il Liverpool, ma soprattutto il Manchester City, sono pronte a portarselo sulla panchina. Il City probabilmente è destinato a diventare la squadra del futuro, lì i soldi circolano e Josè potrebbe togliere dal gregge un club che vive di luce riflessa da decine di anni, soggiogato dalla tirannia dello United. Se poi, come si mormora, si portasse in dote Cristiano Ronaldo, ci sarebbe da chiedersi chi fra i grandi club d'Europa si tirerebbe indietro davanti a una simile accoppiata. Senza dimenticare che il suo procuratore Jorge Mendes ha in mano la procura di diversi giocatori di primo piano che non batterebbero ciglio a seguire José anche in un club privo di tradizioni importanti.
Dipende. Ma da cosa non è chiaro. Se vince la Champions va via? O resta per tentare di conquistarla per due anni consecutivi. Se viene eliminato dal Manchester lascia Milano? O resta per dimostrare a Moratti che non aveva sbagliato a sceglierlo?
Certo che se dovesse fallire in Europa rimarrebbe con un'opera assolutamente incompleta, anche con il quarto scudetto consecutivo in via Durini. Dicono che Moratti lo abbia chiamato proprio per questo.
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