Ma quali e-mail e sms A San Valentino vincono carta e penna

San Valentino. E’ tempo di lettere d’amore. Ma non sono estinte? No. Al di là delle apparenze il colpo di grazia delle nuove tecnologie sulla penna non è definitivo. La carnale malìa della carta tiene con piglio e eleganza. «Soprattutto se c’è dipinto un cuore» confermano Ersilia Cardani e Carla Foratti della cartoleria in via San Maurilio. «Se non esistesse ancora un po’ d’antico romanticismo, poveri noi! Entrano giovani di trent’anni ma anche signori attempati specificando: vorrei scrivere una bella lettera». Vengono attirati dalle buste tagliate a mano, rosse, con i cuori sbalzati ma anche con gli angeli e i gatti. Icone adorate dai cartofili.
Qualcuno richiede più di un foglio per una missiva lunga e articolata. «I primi clienti sono passati due settimane fa, segno che lo scritto verrà meditato adeguatamente. L’antico cantico d’amore non si improvvisa». Ma lo si medita al bacio, si potrebbe affermare con schiocco, quel magico incontro di labbra che non va giù di moda proprio come la carta. Che in certi casi la scrittura sia sempre stato il migliore degli antidepressivi e stimoli l’erotismo è cosa letteraria e dantesca. Ghiotti e galeotti per gli innamorati sono sempre stati libri, cartigli e fogli!
Quel «Caro Amore» vergato di pugno passa sempre di mano in mano. E’ un fatto anche nell’antica cartoleria Fabriano in via Ponte Vetero. «Per il 14 febbraio i nostri clienti richiedono un certo tipo di foglio e di penna. Sono soprattutto le donne a buttarsi in questa impresa che sembra piccola ma non lo è» racconta Veronica Rosano in grembiule di panno nero come la divisa della cartoleria richiede. «Qui si tengono corsi di calligrafia, sia per bambini che per adulti, e la partecipazione è in costante aumento. C’è un ritorno al piacere della scrittura, intesa a tutto tondo, sia come impegno calligrafico sia come disinibizione della fantasia. In questi giorni avremo in negozio una calligrafa che scriverà le frasi dei nostri clienti più timidi dedicati alle loro dolci metà».
I petali delle «rose epistolari» sono ben lontani dal cadere definitivamente nel cestino. Nel boom di Facebook e del messaggio cliccato con velocità d’automa, gli uomini e le donne ritornano alla scrivania sguainando la penna, quella punta in grado di incidere il cuore più di una spada, per cimentarsi con i fogli bianchi e segnare parole di passioni senza tramonto.
«La lettera è il frutto di un’attenzione genuina e profonda. Sono i più giovani a non rinunciarci. Parlo di ragazzi di quindici, sedici anni». Anche Susanna De Rossi di RigaDiritto in via Brera conferma che la tempesta di sabbia degli sms non ha mandato in secca il piccolo fiume d’inchiostro. «Ragazzi e ragazze ricercano il biglietto originale ma con l’interno bianco, facendo capire che non vogliono una frase preconfezionata. Seppur breve, il pensiero deve nascere dal loro personale sentimento».


Mentre lunedì si avvicina non saranno in pochi a sedersi all’improvvisato scrittoio per segnare sotto la luce di una lampada e non di un telefonino i versi adolescenti e sconfinati che vivono fin dai tempi di Romeo e Giulietta: «Il mio cuore, come il mare, non ha limiti. E il mio amore è profondo quanto il mare! Più a te ne concedo, più ne possiedo, perché l’uno e l’altro sono infiniti».

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