Matteo Sacchi
Gli effetti della crisi che sta colpendo l'editoria Usa si vedono a partire dai contesti più impensabili. Tanto che rischia di farne le spese anche un Bestsellerista come Michael Connelly.
Si tranquillizzi il lettore, nessuno ha intenzione di tagliare le pubblicazioni di uno degli scrittori più letti del mondo. Semplicemente la crisi rischia di rovinargli la trama dell'ultimo romanzo. Nel nuovo thriller di Connelly intitolato The Scarecrow (Lo spaventapasseri), il morto è il giornalismo: la crisi e i fallimenti dei maggiori quotidiani Usa fanno da sfondo al romanzo. Solo che Connelly non si immaginava che la caduta della carta stampata fosse così rapida e devastante ed è stato costretto a modificare la trama due volte.
The Scarecrow racconta la storia del reporter del Los Angeles Times Jack McEvoy, già protagonista del romanzo di Connelly del 1996, The Poet. Il libro inizia con McEvoy che apprende la notizia del suo imminente licenziamento per colpa della crisi. Il reporter ha due settimane di tempo per preparare al mestiere la donna assunta al suo posto, Angela Cook: una giornalista più giovane e meno costosa (parole capaci di far tremare i polsi anche a noi scribacchini italici) per il quotidiano della California. La trama ruota attorno al tentativo di McEvoy di chiudere la carriera con un ultimo scoop.
Connelly però ha dovuto modificare Lo spaventapasseri dopo averlo già consegnato all'editore per aggiornarne la trama agli eventi della crisi dei giornali Usa. L'8 dicembre scorso lo scrittore ha saputo che, Tribune Co., l'impresa proprietaria del Los Angeles Times, ha dichiarato bancarotta. L'autore è rimasto con il fiato sospeso per qualche settimana senza sapere se, all'uscita di Scarecrow nelle librerie, il Los Angeles Times sarebbe esistito ancora. Con gran rischio di rovinare la verosimiglianza del suo librone. Inoltre nella versione originale del romanzo, McEvoy sta per lasciare il Los Angeles Times quando riceve un'offerta di lavoro dal vecchio giornale in cui scriveva, il Rocky Mountain News.
Insomma per un po' sembra sia meglio non ambientare romanzi nei giornali. Saranno più sicure le imprese che producono automobili? Forse neanche quelle.
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