Quando la cultura è una ribalta di prestigio: i 25 anni del RomaEuropa Festival

Il quarto di secolo della vetrina internazionale fondata nel 1986 da Jean Marie Drot verrà celebrato in Campidoglio nel corso di una cerimonia cui prenderà parte anche il sindaco Gianni Alemanno

Sarà celebrato con una cerimonia in Campidoglio lunedì prossimo il venticinquesimo anniversario del Romaeuropa Festival: il sindaco di Roma Gianni Alemanno e l'assessore alle Politiche culturali Umberto Croppi hanno voluto così attribuire un riconoscimento ufficiale all'attività artistica e culturale di Romaeuropa, rivelatosi fin dagli esordi una manifestazione nuova e unica nell'ideazione e nelle scelte anche grazie a una marcata vocazione all'incontro tra le diverse discipline e i linguaggi dell'espressione artistica. Romaeuropa nasce nel 1986 su impulso di Jean-Marie Drot, allora direttore dell'Accademia di Francia, come un avventuroso progetto che raccoglie l'entusiastica complicità del senatore Giovanni Pieraccini, appassionato d'arte e convinto sostenitore delle sponsorizzazioni culturali, e di Monique Veaute, chiamata a Roma per ideare la programmazione e raggiunta fin da subito da Fabrizio Grifasi, attuale direttore della Fondazione.
Pierre Boulez, Maguy Marin, Trisha Brown, Iannis Xenakis, Jan Fabre, sono solo alcuni degli artisti che hanno accompagnato le prime edizioni del Festival nell'affascinante scenario di Villa Medici; dalla terza edizione, il REF coinvolge i teatri, le Accademie e innumerevoli spazi nascosti della capitale, reinventandoli come naturali scenografie e disegnando una geografia originale in continua trasformazione, attraverso la quale Romaeuropa è cresciuta acquisendo la sua peculiare identità. Sempre più numerose le coproduzioni internazionali, hanno conferito al Festival quel carattere di laboratorio aperto alla creazione artistica che produce un'atmosfera di attesa, anno dopo anno.
Con centinaia di artisti provenienti da tutto il mondo, chiamati a restituire l'identità multiforme del vecchio continente, in un quarto di secolo il REF ha trasformato la capitale in un palcoscenico privilegiato: tradizione e nuove tecnologie, arte popolare e spinte avanguardistiche si mescolano tracciando percorsi nuovi e vitali che hanno sempre trovato in Roma un luogo naturale di germinazione. È forse proprio la straordinaria reattività della capitale a porsi come filo rosso di 25 edizioni di Festival e come polo dialettico per artisti dotati di differenze profonde. Romeo Castellucci, Josè Montalvo e Dominique Hervieu, Peter Sellars sono solo alcuni degli artisti che tornano per la venticinquesima edizione, oltre Jan Fabre che fa omaggio al REF di un piccolo gioiello rielaborato per questo anniversario.


«Il tema fondamentale del Festival è memoria e futuro, infatti, non c'è futuro senza radici, senza legami con la storia e la tradizione» commenta il senatore Pieraccini «oltre che con il territorio che ha dato i natali alla manifestazione».

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