È il segno della crisi confusionale in cui versano i Ds il fatto che lultima festa dellUnità è stata conclusa da un mesto Fassino che ha officiato una sorta di funerale e da uno scatenato Beppe Grillo che ha rovesciato insulti e invettive al gruppo dirigente Ds e al governo. Paradossale e grottesco finale per gli eredi di Gramsci e Togliatti. A proposito dei diessini vale il motto «i pifferi di montagna sono andati a suonare e sono stati suonati» perché il loro invito originario a Grillo alla Festa dellUnità derivava, come ha rilevato Baget Bozzo, dal «furbo» tentativo di usare da sinistra una satira populista e un greve umorismo. Invece il «pitbull» si è scatenato proprio contro chi pensava di tenerlo al guinzaglio e utilizzarlo. Il risultato paradossale è stato che gli eredi dei raffinati cultori dellegemonia si sono visti espropriare la loro ultima festa da un demagogo scatenato che ha messo la base contro il vertice. È evidente che esistono vari tipi di antipolitica. Finora ha prevalso quella di élite del Corriere della Sera e del libro «La casta»; oggi esplode quella populista di Grillo. Nel primo caso cera il tentativo di azzerare la reazione di rigetto dellopinione pubblica contro il governo rivolgendo lantipolitica contro tutto e tutti. Tentativo fallito. La gente distingue fra chi sta al governo e chi no.
Lantipolitica populista di Grillo mette in moto un meccanismo singolare perché si rovescia proprio contro la sinistra. Se poi Grillo si presenterà alle elezioni, sparerà a 360 gradi. Non possiamo però sottacere che questa antipolitica si manifesta in una fase in cui linteresse per la politica è elevatissimo: la partecipazione ad elezioni, assemblee, circoli, congressi di partito, primarie del Pd è molto estesa. Lantipolitica è fatta di molte cose: per una parte più che antipolitica è una reazione di rigetto contro laumento della pressione fiscale, le perversioni nella gestione della sicurezza e dellimmigrazione da parte di governo e maggioranza; per unaltra parte cè una reazione contro inefficienza e ritardi di Regioni e enti locali che non danno risposte tempestive a imprenditori e cittadini; poi cè una componente di protesta contro i privilegi della «casta».
Se questa protesta fosse giusta dovrebbe essere indirizzata contro i privilegi di tutte le caste. Ora si sta concentrando il fuoco solo contro i politici con accenti e toni pericolosi. E vanno anche date risposte sui reali costi eccessivi della politica, visto che va tagliata la spesa pubblica e che privilegi non sono accettabili. Questa risposta però non può essere quella subalterna e riduttiva di Fassino.
*Vicecoordinatore nazionale
di Forza Italia
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