Ginevra È noto che, al contrario dell'uomo, moltissime sono le soluzioni preziose tra le quali possono scegliere le donne e, tra queste, l'orologio si sta facendo sempre più strada: un complimento e un complemento per l'amato, anzi amatissimo, gentil sesso - sembra, a volte, che non bastino mai in grado ecletticamente d'interpretarne le mutevoli e infinite sfaccettature. Protagonisti assoluti dell'orologeria «al femminile», evidentemente, sono e rimangono i diamanti, ma la loro espressività non è limitata al semplice savoir-faire nell'incastonatura. Forse era così un tempo. Oggi, il gusto muliebre per il segnatempo è decisamente più articolato e complesso e la preziosità si accompagna ad un più accentuato dimensionamento, ad elaborazioni di puro design, a cromatismi inediti, fino ad arrivare alle complicazioni meccaniche. Un elemento questo che, fino ad una decina di anni or sono non veniva nemmeno preso in considerazione e che ora sorprende per le sue potenzialità espressive e per un insospettabile appeal. Non va dimenticata, poi, in questo senso, l'ulteriore tendenza fondata sul prodotto unisex, verso il quale le Case stanno continuando ad indirizzarsi, stimolate dalla possibilità di interloquire anche una donna sempre più attenta a particolari e dettagli qualificanti non solamente legati alla quantità di carati presenti su cassa e quadrante. Eppure, si sa, quando il pubblico femminile viene omaggiato di un qualcosa studiato e pensato solo per lei si accende, si illumina. Così, molte Maison, considerata l'incidenza crescente del prodotto muliebre sul fatturato complessivo, con percentuali che in alcuni casi possono raggiungere il 30%/40%, stanno proponendo collezioni squisitamente mirate. Al Salone di Ginevra, tra gli esempi più interessanti annoveriamo il Limelight Gala di Piaget, ultima interpretazione di un must lanciato dalla Maison di La Côte-aux-Fées negli anni '70, connotato da una cassa tonda «avvolta» da due sinuose anse asimmetriche, ad eliminare soluzioni di continuità proprio tra anse e lunetta, incastonate con diamanti tondi di taglio crescente e quest'anno onorato da un pregevole cinturino in maglia milanese. Ecco, poi, Roger Dubuis, che ha focalizzato il proprio lavoro, nel 2016, proprio sulla donna, declinando la sua collezione Velvet su ben cinque direttrici, riassunte nel significativo claim «I am what I am».
La caratteristica ansa centrale dalla Maison è costituita da un motivo carré che, abbinato al tratto rotondo della carrure e quello tonneau del dettaglio interno al quadrante disegna anticonvenzionalità, anticonformismo, ecletticità, tendenza «felina»: il tutto vestito da pietre preziose, carbonio, madreperla, smalti, per arrivare, nella versione Secret Heart alla complicazione della data saltante bi-retrograda. Infine, inevitabile, richiamare la magnetica bellezza dell'Hypnose di Cartier, dove una cassa ovale dalla linea delicatissima, incornicia un mix and match di diamanti e lacca nera.FaRi- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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