«Quando mia figlia chiede: mamma, che cos’è uno sciopero?»

Egregio direttore,
mia figlia di 6 anni frequenta la prima elementare in un istituto onnicomprensivo della nostra città e, alla faccia della legge tutt'ora in vigore, ha sei insegnanti diversi (di cui una che, a quanto mi racconta la piccola, ha solo il compito di accompagnarli a mensa). Neppure io ai tempi del liceo avevo tanti professori.
Venerdì scorso è tornata a casa con la comunicazione dello sciopero del 30. Mentre mi accingevo a firmare la ricevuta da riconsegnare alla segreteria, la mia piccola mi ha riferito che la maestra di italiano aveva detto a tutti di avvertire a casa che lei non aderiva allo sciopero e che sarebbe stata regolarmente in classe.
Nel dubbio che la piccola avesse capito male (una bambina di 6 anni, non strumentalizzata, che ne capisce di scioperi?), la mattina dopo sono andata a chiedere conferma all'insegnante in questione, la quale mi ha risposto: «Io non aderisco allo sciopero. In primis perché è assolutamente inutile, poi perché siamo davvero troppi. Non faccio altro che correre da una classe all'altra facendo velocissima i miei 45 minuti di lezione e solo per dare tempo a tutti gli altri insegnanti di questo corso scolastico di fare i loro 45 minuti di lezione. E così ci rimettono solo loro - e ha indicato mia figlia - perché non ho il tempo materiale di imparare a conoscerli bene e a volte neppure quello di insegnare tutto quello che dovrei».
Accanto a lei, una delle 5 sue colleghe che sollecitava un paio di mamme a non mandare i bimbi a scuola, perché tanto era inutile. Mi sono congedata dicendole che la mia bambina sarebbe stata regolarmente in classe con lei, anche da sola. Credo che sia un dovere verso i nostri figli mandarli a scuola se c'è anche una sola insegnante che, responsabilmente, è al suo posto e tiene lezione. E credevo che anche le altre mamme la pensassero come me, ma mi sbagliavo. Quelle alle quali ho riferito che la maestra di italiano sarebbe stata regolarmente in classe hanno commentato: «Io non la mando... in fondo non spiegherà nulla di nuovo se non c'è nessuno in classe». Ma la frase più gettonata è stata: «Io lo tengo a casa. Così per una mattina evito di dover uscire alle 8...».
Sono quelle stesse mamme che poi ogni pomeriggio si lamentano che le maestre danno tanti compiti perché non hanno voglia di fare niente... Ci lamentiamo che la scuola non funziona e che gli insegnanti sono indolenti, ma cosa dire della nostra di indolenza? È troppo comodo dare sempre la colpa alla scuola che non insegna e non educa più. Al di là delle opinioni politiche mie, della maestra o degli scioperanti, la scuola così com'è deve essere cambiata, ma come fare a cambiare la testa dei genitori? Mia figlia giovedì sarà regolarmente in classe, direttore. Glielo assicuro.
PS: mia figlia mi ha chiesto cosa significa «sciopero». Avrei dovuto farle una piccola lezione sui diritti dei lavoratori, ma dopo quello che ho sentito in giro ultimamente, non mi è rimasto che dirle: «È quando la gente non ha voglia di alzarsi la mattina, andare a fare il proprio dovere e resta a casa a poltrire».



Che devo aggiungere, cara Manuela? Fa bene a mandare sua figlia a scuola: starà molte ore con un’insegnante che mi pare molto in gamba. E sicuramente almeno una cosa la imparerà: quanto ci si guadagna a passare da sei maestre a una...

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