Roma

Quando il tormentone è «opera di genio»

Quando il tormentone è «opera di genio»

«Tu sei cattivo con me, perché ti svegli alle tre per guardare quei film un po’ porno». Comincia così l’unico vero tormentone degli ultimi mesi e si intitola Pop porno. Voce suadente e lolitesca su raffinati arrangiamenti elettronici. Una canzone uscita in sordina, senza squilli di tromba o lanci faraonici, e arrivata al successo con il passaparola e la diffusione del video sul web. Il gruppo che ha avuto l’ardire di pubblicare un brano sì audace risponde al nome de Il Genio ed è formato dalla cantante e bassista Alessandra Contini e dal cantante e tastierista Gianluca De Rubertis, che ai moderni sintetizzatori affianca un organo Farfisa VIP, a garanzia di un suono electro-vintage originalissimo.
La band è nel pieno dell’«A questo punto tour» (con Andrea Garbo alla chitarra e Paolo Mongardi alla batteria, reduci dall’esperienza con i Jennifer Gentle) e stasera sarà al Circolo degli Artisti. Dopo mesi di concerti in duo, dunque, la scelta di ampliare l’organico e proporre arrangiamenti più complessi.
Nel nuovo live tutti i brani dell’album, arricchiti da qualche cover e da alcuni inediti, che presumibilmente troveranno spazio nel prossimo disco della band.
Pop porno, fortunatamente, non è il classico singolo furbo che lancia un disco con poche idee. In realtà alla base del progetto c’è una scelta musicale particolare e ben precisa, legata a sonorità elettroniche che riportano ai migliori episodi britannici degli anni Ottanta e allo stile sofisticato di Serge Gainsbourg. A tratti - e si consideri un complimento - i giocosi duetti vocali tra la Contini e De Rubertis, oltre a rievocare la premiata coppia Gainsbourg-Birkin deviano verso le geniali parodie orchestrate da Totò Savio per gli Squallor. A sorprendere è anche l’autonomia stilistica del duo, che ha scelto un canale musicale ancora non perlustrato da nessuna band italiana. Qualcuno li ha frettolosamente accostati ai Baustelle, ma i punti di contatto sono davvero pochi. Se è facile, dunque, trovare i modelli che hanno ispirato Il Genio, non è invece possibile inserirli a cuor leggero in questo o quell’altro genere musicale.
A corredo della qualità musicale del progetto, infine, c’è un’ironia di fondo che fa da contrasto al rigore dell’elettronica, rendendo ancora più godibile il tutto. Tra i pezzi più interessanti del disco, da segnalare La pathetique, unico brano in francese corredato da video minimale e autoprodotto, che rilegge Beethoven in chiave pop, e Non è possibile, nuovo capitolo dell’annoso dibatitto sul vero o presunto sbarco dell’uomo sulla luna.
Una curiosità, che si aggiunge ai meriti de Il Genio: il disco è uscito su etichetta Cramps, glorioso marchio vicentino che ha legato indissolubilmente il suo nome alle sperimentazioni raffinate degli Area, ma anche all’ironia corrosiva degli Skiantos.
I biglietti costano 10 euro. Informazioni: 06.

70305684.

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