Quanto è bravo Zarate piace a Maradona regala orgoglio e gol

Lo chiamano Maurito, per Lotito è come Messi. Rossi: ha personalità

da Roma

Il suo sponsor principale è il fratello procuratore, Sergio Fabian «El Raton» (il topolone), una stagione nell’Ancona ’92-’93 neopromosso in A nella quale segnò solo una doppietta al Foggia di Zeman, prima di essere rispedito in patria. Ma Mauro Matias Zarate aveva già il pallone nel destino. Il nonno Juvenal era nazionale cileno, il papà Sergio giocava nell’Indipendiente di Avellaneda e tre dei quattro fratelli hanno calcato (appunto Sergio Fabian) o calcano (Rolando in Messico e Ariel nella serie B argentina) i campi di football. Logico che anche il 21enne «Maurito» - come lo chiama la mamma - entrasse in questo mondo. La storia del nuovo idolo della tifoseria laziale, che con 4 gol in tre partite ha già eguagliato il Beppe Signori della prima stagione biancoceleste, è però diversa rispetto a quella di altri connazionali: Mauro proviene infatti da una famiglia piuttosto agiata, in cui il calcio rappresenta una professione più che un divertimento.
Il presidente Lotito lo ha scovato personalmente dopo aver visionato alcune videocassette. «Rientrava nella tipologia del giocatore che serviva alla Lazio: ha velocità di esecuzione e capacità di giocare con entrambi i piedi». E poi quel paragone irriverente: «È più forte di Messi...». Lotito corre un po’ troppo, anche se il giovane Mauro ha già ricevuto la benedizione di Diego Maradona. Merito di quel gol alla Repubblica Ceca nei Mondiali Under 20 del 2007 in Canada, che consegnò la Coppa alla Seleccion.
La stoffa del campione si era vista già ai tempi del Velez Sarsfield. Approda in prima squadra giovanissimo, diventando ben presto titolare inamovibile. Zarate è un attaccante agile e veloce che tira indifferentemente di destro e di sinistro i piedi e segna 12 gol in 19 partite nel Campionato di Apertura che gli permettono di vincere la «Joya Palacio», ovvero il titolo di capocannoniere. Niente male per un esordiente.
Dopo il trionfo canadese, diverse squadre iniziano a marcarlo stretto: Valencia, Barcellona, Fiorentina, ma anche Boca Juniors e River Plate. A sorpresa Zarate decide di firmare un contratto con l’Al-Sadd, squadra del Qatar, che lo acquista per 20 milioni di dollari. «Un’esperienza lontano dal calcio d’élite mi servirà come trampolino di lancio», spiegò la scelta. Tornato in Europa, i pochi mesi nel Birmingham si rivelano quasi fallimentari (4 gol in 14 partite che non evitano al club inglese la retrocessione). Finché alla corte pressante di altre squadre della Premier League preferisce la Lazio: prestito oneroso di 3 milioni con diritto di riscatto fissato a 16 e ingaggio di circa un milione. Con i tifosi biancocelesti che dopo i quattro gol chiedono a Lotito di non farselo sfuggire.
È tra i pochi calciatori della Lazio che ha deciso di prendere casa a Roma città e non nei pressi di Formello (il centro sportivo biancoceleste) o nella zona bene dell’Olgiata. Ha una fidanzata argentina che lo raggiunge spesso nella capitale, ha un insegnante privato di lingua italiana (nella quale sta facendo grandi progressi) ed esce molto con i connazionali Carrizo e Ledesma. Ma da qualche settimana ha legato anche con il compagno d’attacco Pandev, con il quale scherza spesso in ritiro. Stasera avrà un interessante duello a distanza con il viola Gilardino. «Al di là dei gol fatti - dice di lui Delio Rossi - apprezzo l’orgoglio che mette in campo.

Il giocatore lo vedi nelle partite importanti e lui a Milano si è voluto sempre misurare con gente come Maldini, mostrando personalità. Dovrà trovare un ottimo equilibrio perché lavora in una piazza come Roma che non è facile». Ma lui vuole vincere la scommessa, anzi ha già iniziato a farlo.

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