Quarant’anni di musica con la sei corde di Benson

All’Auditorium un viaggio nel passato in salsa fusion

Quarant’anni di musica con la sei corde di Benson

Una leggenda della chitarra. Stasera suona a Roma George Benson, celebre artista statunitense, che con la sua sei corde ha attraversato la storia musicale degli ultimi 40 anni. Nell’ambito di «Luglio suona bene», presso la Cavea dell’Auditorium, Benson proporrà i brani che l’hanno reso famoso e che gli hanno regalato tanti riconoscimenti.
Partito dal jazz, il musicista americano ha inciso più di venti album a suo nome, scivolando tra i generi musicali e scrivendo canzoni diventate veri e propri classici. Oltre al virtuosismo strumentale, negli anni ha saputo mettere in mostra grandi capacità canore, affermandosi anche come cantante. Sua è «Give me the night», ai confini con la disco anni ’80, prodotta dal leggendario Quincy Jones. Sua «The greatest love of all», portata al successo da una giovane Whitney Houston e riproposta recentemente in prima persona, in occasione di un «Pavarotti & Friends». Sue «Lady love me (one more time)», «Turn your love around», «In your eyes» e «This masquerade», amate dal pubblico e premiate con numerosi Grammy Awards. Della sua discografia fa parte anche il brano «On Broadway», incluso nella colonna sonora di «All That Jazz», film di Bob Fosse del 1979 vincitore di quattro premi Oscar e della Palma d’oro al Festival di Cannes.
Naturalmente il suo estro chitarristico è stato richiesto da molti artisti, felici di poter aggiungere il raffinato tocco di Benson ai loro album. E così la sua chitarra si può ascoltare nei dischi di Miles Davis, Herbie Hancock, Jimmy Smith. Ha partecipato come turnista alle sessioni di registrazione di «Abbey road» dei Beatles, pubblicando, a neanche un mese di distanza, il sorprendente «The other side of Abbey Road». Era la sua personale rivisitazione in chiave jazz dell’album dei «Fab Four», opera raffinata e ispirata, incisa con musicisti del calibro di Hancock, Freddie Hubbard e Ron Carter.
George Benson è sempre stato amato anche per essere un grande improvvisatore e un brillante intrattenitore. Evidentemente gli anni di gavetta nei club di Pittsburgh, in cui si esibiva al fianco di musicisti locali, hanno affinato la sua naturale predisposizione allo spettacolo dal vivo.
Il più recente album di inediti risale al 2004 e si intitola «Irreplaceable», mentre nel 2006 è stato pubblicato un interessante lavoro registrato con Al Jarreau, «Givin it up». Caratteristica costante di 40 anni di musica, il sound inconfondibile, misto di jazz classico e moderno, blues, soul, funk e fusion, spesso arricchito da aperture al pop radiofonico, che lo ha reso unico fin dall’esordio nel lontano 1964 con «The new boss guitar». Tra gli exploit di Benson, il disco di platino ottenuto nel 1976 con «Breezin'», primo caso della storia per un album jazz.


Dunque, dopo 21 album di inediti e numerose raccolte, progetti collaterali e collaborazioni prestigiose, per una discografia totale che comprende più di 50 titoli, George Benson è ancora un punto di riferimento per i cultori del jazz, ma anche per coloro che amano l’essenza della musica e dell’esibizione dal vivo. Un altro appuntamento da non perdere in questa estate musicale dell’Auditorium.

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