Quattro amici al Viminale

Il Viminale l’altro ieri ha inaugurato un nuovo tipo di comunicazione che potremmo definire come quello dei «quattro amici al bar». Il ministro degli Interni infatti per dare comunicazione delle sue ultime attività ha invitato a pranzo quattro giornalisti e tagliato fuori tutto il resto del mondo dell’informazione. Non solo dei quotidiani, ma anche della televisione, della radio, delle agenzie di stampa.
Così ieri le prime pagine di Sole 24Ore, Corriere della Sera, Stampa e Repubblica potevano esibire le dichiarazioni di Amato e le ultime novità in materia di Islam, mentre il resto del circuito informativo doveva accontentarsi di leggere. È una scelta legittima, ma trattandosi del Viminale e non di un ministero qualsiasi, ci permettiamo di avanzare qualche dubbio sotto il profilo del bon ton istituzionale.

Il ministro Amato infatti è liberissimo di continuare a tenere amabili simposi platoniani con le penne amiche ma, senza dover apparecchiare per forza altri posti in tavola, sarebbe decisamente più laico, liberale, riformista e pluralista dare le notizie a tutti.

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