da Roma
Per uno che arriva con le proprie gambe, in tre rischiano il rimpatrio forzato con lInterpol. Ma non per prescrizione, come il «paladino» degli esuli francesi Oreste Scalzone, bensì per decisione del Tribunale correzionale di Parigi che in queste ore è chiamato a decidere sullestradizione di tre militanti del «Nuovo partito comunista italiano» nato da una costola dei Carc, organizzazione sotto osservazione degli inquirenti, già sfiorata dalle indagini sui delitti Biagi e DAntona. Si tratta dell«editore» Giuseppe Maj e del compagno milanese Giuseppe Czeppel, entrambi arrestati dalla gendarmeria parigina nel giugno del 2003 per associazione sovversiva. Il terzetto si chiude con Angelo DArcangeli, studente alluniversità dellottavo arrondissement della capitale transalpina, ammanettato nel 2005 con laccusa di associazione sovversiva con finalità di terrorismo: fino a ieri tutti avevano la libertà vigilita, lobbligo di firma, lassoluto divieto di lasciare il Paese.
Attraverso un apposito «Comitato», la comunità dei nostri connazionali latitanti (composta da centodieci militanti rivoluzionari condannati per terrorismo o associazione sovversiva, secondo lultimo aggiornamento dellAntiterrorismo) si è prontamente attivato il «soccorso rosso» transnazionale composto da numerose organizzazioni destrazione trotkista, marxista-leninista, antimperialista e antagonista che si sono date appuntamento per il 19 gennaio alla Bourse du Travail di St.Denis per chiedere un nuovo processo ai tre del «Npci».
Indiscrezioni rimbalzate via Parigi rilanciano intanto la possibilità che altri dodici «esuli» residenti in gran parte nel sobborgo di Belleville possano seguire la via della prescrizione intrapresa da Oreste Scalzone. Sui nomi cè però confusione in quanto, al momento, almeno una decina di avvocati - tra cui Irene Torrel e Jean-Jacques de Felice, legali storici dei rifugiati - sarebbero ancora al lavoro per far quadrare i conti di ognuno attraverso il computo dei singoli reati, dei processi, delle rispettive condanne. Fra i papabili non sembra esserci Luigi Rosati, primo marito della br Adriana Faranda, membro dellesecutivo nazionale di Potere operaio ai tempi del rogo di Primavalle, oggi giornalista etnomusicologo sotto la Tour Eiffel: da tempo, infatti, proprio per prescrizione è in regola con la giustizia italiana. Da rivedere anche le posizioni dei rifugiati Andrea Morelli (fondatore con Toni Negri dellassociazione dei rifugiati italiani denominata XXI Secolo) Francesco Nuzzolo e Vincenzo Spanò (ex Prima linea) oltre a Gianfranco Pancino, storico medico dellAutonomia, diventato ricercatore dellistituto Pasteur contro la cui estradizione hanno preso addirittura posizione alcuni premi Nobel. Sembra fuori dal giro-estradizioni lintellettuale Giambattista Marongiu (ex Potop) reporter del quotidiano Libération che nel 2004 ha ospitato unintervista choc allarchitetto Roberta Cappelli, brigatista ergastolana (omicidio generale Galvaligi e altro) riparata in Francia nel 93 e prossima allestradizione se non fosse per gli effetti della cosiddetta «dottrina Mitterrand» che politicamente bloccò numerose autorizzazioni allespatrio in Italia della Corte dappello di Parigi: «La mia libertà è ormai un diritto acquisito» sentenziò fiera la Cappello, il cui nome compare nella black list degli estradabili del ministero della Giustizia insieme a quelli del centralinista della Camera Giovanni Alimonti (Br, ergastolo al Moro Ter) di Enrico Villimburgo (Br, ergastolo, collegamento con Action directe) e di altri nomi noti del panorama eversivo degli anni di piombo, da Giancarlo Santilli a Massimo Carfora, da Maurizio Di Marzio a Walter Grecchi, per finire a Giovanni Vegliacasa e Marina Petrella.
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