da Milano
Una nuova offensiva giudiziaria contro il premier si è aperta con linvito a comparire da parte della procura di Milano, che dallo scorso marzo lo ha messo sotto indagine con l'ipotesi di reato di concorso in corruzione nei confronti di un testimone in uno stralcio di inchiesta sulla compravendita dei diritti tv di Mediaset. Dopo la pubblicazione della notizia da parte del Corriere della Sera, la difesa di Berlusconi è subito partita al contrattacco: «È iniziata la campagna elettorale. Come sempre la pubblicazione di tali notizie avviene in coincidenza di delicati momenti della vita del Paese» ha affermato l'avvocato Nicolò Ghedini. «L'unica cosa certa - attacca Ghedini - è la straordinarietà del fatto che la Procura di Milano possa ipotizzare nei confronti di Silvio Berlusconi una dazione di denaro a Mills nel 1997 senza tenere conto di alcune banali verità processuali già assodate in svariate sentenze». La prima è che «Silvio Berlusconi ha cessato ogni carica aziendale nel gennaio del 1994. L'avvocato Mills è stato il testimone principale utilizzato dall'accusa contro la Fininvest. Pagare un teste per essere accusati non sembra una operazione molto astuta». Silvio Berlusconi, precisa Ghedini, non avrebbe inoltre mai avuto incontri per i processi con Mills, tantomeno nel 1997. «La dazione di denaro sarebbe stata effettuata dal dottor Bernasconi, oggi purtroppo deceduto, ma che più volte è stato ascoltato dalla Procura e in Tribunale e mai ha prospettato situazione siffatta, pur avendo offerto ampia collaborazione con l'autorità giudiziaria. Certo che è facile utilizzare un morto, che non può smentire, per sostenere una accusa».
La dazione di denaro, poi, «è del tutto inverosimile poichè vi era all'epoca proprio un contenzioso con l'avvocato Mills e la Fininvest, poichè questi si sarebbe trattenuto la somma di ben 10 miliardi di lire di allora. Non è dato comprendere perchè gli si sarebbero dati 600.000 dollari». L'avvocato Mills, continua Ghedini, «aveva prestato opera di complessa consulenza legale e agevolmente gli si sarebbe potuto far avere del denaro aggiuntivo come parcella».
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