Quelle eco- sculture del Pigneto: una provocazione che va a ruba

Le opere riciclabili di un artista anonimo collocate nei punti chiave del quartiere sono state rubate: ammiratori o vandali?

Quelle eco- sculture del Pigneto: una provocazione che va a ruba

Alcune le ha spazzate via il maltempo. Altre sarebbero state rubate. Certe resistono al loro posto. Sono le statue eco-sostenibili del Pigneto. Vere sculture, costruite con materiale riciclabile e opera di un artista anonimo che le ha collocate abusivamente nei punti chiave del quartiere. Come quella all’altezza del ponte pedonale che scavalca i binari della ferrovia. Sistemata sul retro di un pannello pubblicitario, avvinghiata alla struttura di ferro, salutava il passaggio dei treni in segno di amicizia. Ora non ne rimane che un braccio, il resto se lo son portati via. «È stata lì un paio di mesi - racconta una commerciante - poi una mattina aprendo il negozio mi sono accorta che non c’era più». Contro la violenza subita è stata aggiunta una striscia di vernice rossa che mostra l’arto insanguinato e sofferente. Nessuno però sa chi sia il colpevole.
Appollaiate sopra un albero o in capo a un segnale stradale, le eco-sculture non si limitano ad abbellire il rione ma usano anche rivolgere un gesto cortese nei confronti dei passanti, strappando loro un sorriso. È così che si sono guadagnate la simpatia dei residenti, a incominciare da Lorenzo che le chiama per nome. Lorenzo ha due anni e va in giro in passeggino. «Testingiù, testingiù», ripete ogni volta che passa per via Sarno, indicando col dito quella strana figura installata sulla cima di un palo e in equilibrio su una mano sola, con la testa rivolta verso il basso e le gambe all’aria. «L’hanno spostata qui la settimana scorsa - riferisce un ragazzo - prima si trovava un paio d’isolati più in là».
Qualcuno invece ci informa che fino a poco fa ce n’era una anche in via Braccio da Montone. Dove sta la carrozzeria, giusto all’entrata. «Era un’opera d’arte - dice il proprietario dell’officina - perciò non l’ho tolta subito». In mano teneva un fiore, facendo finta di porgerlo a quelli per strada. «Quando i vigili hanno manifestato l’intenzione di rimuoverla - racconta uno dei meccanici - i residenti sono riusciti a dissuaderli». Poi è venuto giù il diluvio pasquale e ad abbatterla hanno provveduto vento e pioggia. Col passare del tempo le eco-statue sono diventate un fenomeno di quartiere e ora la loro progressiva scomparsa rischia di lasciare un vuoto. Resta un mistero chi ne sia l’autore. A proposito della sua identità le voci si rincorrono, ma l’unica cosa certa è che abiti nel quartiere. Per saperne di più ci indicano un bar in via Braccio da Montone. Proprio a due passi dalla carrozzeria. Il gestore afferma di conoscerlo personalmente: «Viene a pranzo da noi tutti i giorni».

Ma non se la sente di dirci altro. «Mi ha chiesto di non rivelare a nessuno la sua identità». Probabilmente preferisce che siano le sue sculture a parlare. Tuttavia non potranno farlo per molto, visto che stanno andando a ruba.

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