Quelle ruspe che minacciano l’arte del Qt8

«Una casa per tutti», in linea con le impellenti necessità dei tempi, fu il tema della VIII Triennale di Milano. Carla Gramigna e Sergio Mazza, studiosi del grande arco dell'edilizia milanese, ricordano la forte passione che l'architetto Piero Bottoni mise in quello che la Triennale proponeva, vale a dire soluzione atte a promuovere lo sviluppo, e quindi non solo rivolte ai problemi della ricostruzione cittadina, ma miranti a creare nuovi confacenti alloggi per le classi sociali meno abbienti.
La nascita del QT8, quartiere della VIII triennale, prese avvio da queste premesse, e già nell'anno successivo, nelle vicinanze di San Siro, fu possibile vedere le prime costruzioni per il nuovo insediamento.
A questa impresa parteciperanno ben sette architetti per il piano urbanistico e più di cinquanta per la progettazione degli edifici. Furono tutti nomi tra i più famosi dell'architettura milanese non solo del tempo (si era tra il 1946 e il 1961, parliamo di nomi del calibro di Gio Ponti e Sottass) che riflettevano i principi urbanistici del Movimento Moderno, consentendo di coordinare istanze sociali, problemi di industrializzazione edilizia e prefabbricazione.
In ogni modo un punto di interesse focale nella cultura urbanistica del dopoguerra, che sarà una costante di riferimento per le analoghe future iniziative.


Oggi abusi edilizi, demolizioni non autorizzate delle ville «razionaliste» e costruzione addirittura di un palazzo di quattro piani stanno stravolgendo una grande testimonianza storica e culturale della nostra città. Ma dove era e l'amministrazione? Non si accorgeva di nulla? Nessuno ha pensato a un vicolo come è stato fatto per la Maggiolina?

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