Quelle strade «dimenticate»

Quelle strade «dimenticate»

Strade senza manutenzione, segnaletica inesistente, illuminazione scarsa, case senza acqua corrente. Non stiamo parlando di un qualche paese del Terzo mondo ma della situazione ai limiti dell’invivibilità in cui si trovano alcune vie della capitale. Si tratta delle strade ex-Arsial (Agenzia regionale per lo sviluppo e l’innovazione dell’agricoltura del Lazio) del XIX municipio passate, teoricamente, dalla Regione al Comune nel 1999 in base all’articolo 53 della legge numero 7.
Ma andiamo con ordine. Tutte queste strade una volta erano rurali cioè collegavano due poderi agricoli («interpoderali», in gergo) e per questo motivo erano di proprietà dell’ente regionale apposito, Ente Maremma, prima, Arsial, poi. Il veloce sviluppo urbano di Roma però ha fatto sì che molte di queste si siano trasformate col tempo in zone densamente popolate. Tanto che alcune oggi sono diventate importanti arterie come via della Storta, via Tulliana e via Cherasco. Per questo motivo la Regione otto anni fa decide per legge il «trasferimento coattivo» delle infrastrutture stradali agli enti locali.
E qui cominciano i problemi. Il Comune di Roma infatti non ha la minima intenzione di accollarsi la manutenzione delle strade in questione anche perché in base alla legge 7/99 la Regione «avrebbe dovuto concorrere al finanziamento delle opere di sistemazione», cosa mai accaduta. Un pasticcio insomma, che ha comportato per gli abitanti l’inizio di un lungo calvario. Si organizzano proteste, si raccolgono firme, si inviano lettere. Ma è tutto inutile. Le richieste di rifacimento di manto stradale e illuminazione cadono nel vuoto. «Ci siamo rivolti prima al XIX municipio poi all’Arsial - spiega uno di loro che preferisce restare anonimo, residente in via Cametti, zona Testa di Lepre - ma è iniziato così un vero e proprio scaricabarile. Per il municipio la competenza è dell’Arsial, per quest’ultima del municipio. Così le strade sono in condizioni disastrose e gli incidenti si sono moltiplicati. L’ultima lettera che ha spedito il nostro avvocato il 26 luglio scorso a entrambi non ha proprio ricevuto risposta».
Stesso destino ha avuto l’interrogazione presentata il 15 gennaio in municipio dal consigliere di An Fulvio Accorinti. E, come per le strade, la situazione non è migliore per l’acqua, visto che anche gli acquedotti erano di proprietà Arsial. «Pare che il problema sia nella mancanza di pressione nei tubi - spiega Accorinti - così le abitazioni sono senza acqua corrente».


Proprio nel caso di Testa di Lepre, poi, la situazione diventa paradossale perché via di Tragliata segna il confine tra il comune di Roma e quello di Fiumicino, così strade ex-Arsial adiacenti hanno avuto destini completamente diversi. Risistemate a norma quelle di Fiumicino (compresi gli acquedotti passati all’Acea), lasciate nel degrado quelle che hanno avuto la sfortuna di ricadere nel territorio capitolino.

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