Quelli che d’estate prendono il largo Ecco gli «abbonati» delle crociere

Racconta il generale in pensione: «Da vent’anni non manco l’appuntamento, questa è la mia seconda casa». E c’è la signora che ha festeggiato le nozze d’oro sulla nave: «Tornare a terra mi mette tristezza»

Manila Alfano

Qui a bordo li conoscono tutti. Lui ha 92 anni, lei quasi. Camminano piano, con passo sicuro, spesso dandosi il braccio. «Buongiorno generale, buongiorno signora. Come va?». Loro rispondono: «Bene, sempre bene». Questa è la loro casa, la loro vacanza, la loro vita. Sono vent'anni che vanno in crociera, anche più volte nella stessa stagione, la prima volta con la compagnia greca Olympic, poi sempre con l’italiana Costa Crociera. Il mare e questo grattacielo che ci naviga sopra quasi non li fa invecchiare. Qui il tempo si può anche ingannare. Il generale e la moglie fanno parte del popolo dei croceristi, degli habitué, quelli che ogni anno quando devono prenotare le vacanze non hanno dubbi e scelgono sempre e comunque la crociera. È passato tanto tempo da quando lui, il generale Antonio San Martino, è andato in pensione, lasciando le stelle sulle mostrine dell'esercito. Era un'altra vita. Le navi sono diventate la sua passione e quella della sua signora. Un giorno hanno detto che valeva la pena provare. «Siamo rimasti rapiti fin dal primo istante dalla cordialità e dal calore dell'equipaggio». Da allora hanno sempre scelto l'ammiraglia, la nave più grande e più potente.
Quasi non ricordano il primo viaggio. L'ultimo è stato in Grecia. Da allora sono cambiati giorni e tempi, rotte e clima, anni e generazioni. Sono cambiate le musiche dell'orchestra e le notizie alla radio. Ma di una cosa sono certi: non rinunceranno mai al fascino della crociera. «Siamo rimasti fedeli alle nostre abitudini. Scendiamo poco a terra. Ci lasciamo incantare dai monumenti, ma dopo il giro turistico torniamo su. Qui, sulla nave, in fondo c'è tutto quello di cui abbiamo bisogno. Anche di più. A noi per divertirci basta la solita partita a canasta, con vecchi amici che abbiamo imparato a conoscere. Ci basta l'odore del mare». Chi va in crociera non cerca l'avventura.
Vent'anni sono tanti. «Le crociere moderne - dice il generale - sono divertenti. So che ormai è un fenomeno di massa. Non è più un privilegio per pochi. Anche se un po' mi manca lo stile e l'eleganza dei vecchi tempi». Le statistiche dicono che lo scorso anno, in tutto il mondo, il numero di passeggeri ha sfiorato i 14 milioni. «La svolta, racconta il direttore marketing Italia di Costa Crociere Andrea Tavella, c'è stata negli anni '70». È allora che l'idea delle crociere diventa adulta, fa mercato. Era appena tramontata l'era dei transatlantici, le grandi navi che hanno fatto la storia come la Michelangelo e la Raffaello, quelle che erano l'alternativa un po' romantica all'aereo e portavano al di là del mare signori che avevano paura di volare e gli ultimi emigranti da terza classe. Navi che erano una parentesi tra una terra e l'altra. Navi belle e potenti che, però, non erano un mondo, ma un tragitto, un mezzo di trasporto. Poi qualcosa è cambiato. «Il turismo di crociera di massa arriva all'inizio degli anni '90 - spiega il direttore. Oggi le navi sono un tutto dove si può anche vivere». Ma qual è il segreto del costante successo delle crociere? «Di sicuro il prodotto in continua evoluzione, in costante miglioramento, salire su una nave da crociera è sempre una sorpresa».
Per accorgersene basta dare uno sguardo ai cataloghi illustrati. Le navi con una pista da ballo, piscina e una sala da gioco sono ormai pezzi da museo. Oggi chi sceglie una crociera può sbizzarrirsi tra mille attività, dalle megapiscine con onde artificiali alle pareti di freeclimbing alle piste di pattinaggio su ghiaccio ai campetti da calcio, ai simulatori di formula 1, ai teatri, ai mega centri benessere grandi fino a duemila metri quadrati.
Cambia l'offerta e la gente che naviga. È qui che nasce il popolo delle crociere, gente che ha navigato lungo tutte le rotte del Mediterraneo, ha visto l'Atlantico e le sue insidie, ha toccato il ghiaccio dei fiordi norvegesi e le capitali del Nord Europa. Ha superato Scilla e Cariddi. Gente che ha guardato il mondo da queste isole galleggianti, come se fossero una razza aliena di turisti, che tocca terra e scappa via. Sono quelli che di queste navi-città conoscono le strade, i vicoli, i punti d'incontro. Sono gli affezionati, quelli che fanno comunità, con i loro giornali, con le loro storie da raccontare, con le lettere in cui si scambiano opinioni di viaggio, note di gossip, curiosità, cronaca vera come succede ad esempio nel «Msc Club News», il trimestrale che la compagnia Msc crociere dedica ai suoi croceristi più affezionati. C'è gente che in crociera entra in società, come sui campi da golf, c'è chi si scambia le ricette del ragù o da al figlio il nome del comandante. C'è chi come il pianista sull'oceano di Baricco guarda con terrore al giorno in cui dovrà scendere e riprendere la vita normale. «Per me tornare a terra è un vero e proprio incubo, ormai sto bene solo sulle navi», racconta la signora Libertella di Agrigento. Lei che ha deciso di festeggiare le sue nozze d'oro in crociera, sulla nave Opera della Msc Crociere e che commossa si ricorda quando durante uno dei tanti viaggi è stata eletta Miss Eleganza. «Sono anni che viaggiamo con questa compagnia perché ci sentiamo come a casa, non potevo che scegliere la nave per un momento così importante della mia vita».
La crociera come luogo d'identità, perché ora oltre alla rotta si cerca di scegliere anche la compagnia, nel senso di comunità con cui condividere il viaggio. Ecco allora le crociere per giovani o per anziani, per quelli che amano l'arte o la musica, per gli sportivi o gli avventurosi. Crociere per single, di chi ha cancellato dal suo vocabolario la parola «zitella», e crociere dell'amore. La nave diventa così una città privata, un circolo esclusivo per tutti coloro che condividono gusti o ideali. E allora senti le storie raccontate dal passeggero esigente, come il signor Beretta, un dirigente, che non ha più smesso di viaggiare con Msc crociere perché non si dimenticherà mai di quel primo viaggio in cui ha visto il capitano che alle tre di notte si era messo a lucidare gli ottoni degli ascensori, un eccesso di zelo che lo ha tranquillizzato.

E poi restano le crociere per i giocatori di canasta come quelle del vecchio generale. Ed è lui che dice: «La città ideale, in fondo, è una grande nave che viaggia di porto in porto». Città sul mare, città invisibili, in cui si vorrebbe che il tempo non finisse mai.

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