«Questa città è la fucina delle nuove tendenze»

Non ha fatto in tempo a conseguire il dottorato, che si è messo a scrivere un libro. E Marco Pedroni, 29 anni, milanese, dopo una laurea in Scienze della comunicazione e sei mesi a Manchester per una borsa di perfezionamento, ha dato via alla ricerca sul «cool hunting, il mestiere di intercettare le distinzioni». Il libro? Il seguito della ricerca di dottorato: i cacciatori di tendenze. «Si tratta di un lavoro considerato come frivolo, in realtà è molto produttivo sia dal punto di vista economico che culturale. I cool hunter sono solo 45 in Italia. Pochi, la maggior parte, infatti, lavora “in incognito”: sono giornalisti, architetti, designer, psicologi, stylist che lo fanno come secondo lavoro».
Il prossimo lavoro? Mi piacerebbe studiare la cultura giovanile a Milano, fucina delle nuove tendenze. In particolare vorrei studiare le dimensioni che ha assunto il fenomeno del nuovo movimento giovanile degli “emo”».


Il sogno nel cassetto? «Potere fare ricerca liberamente in università con gruppi di giovani». Liberamente in che senso? «Le ricerche universitarie sono commissionate, indirizzate a seconda dei finanziamenti e le mode del momento, ma sarebbe bello poter essere svincolati da questo sistema».

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