Controcultura

Ma quest'anno va l'usato sicuro: Gianni Morandi e Orietta Berti

L'età dell'oro è durata tre decenni. Persino i cantanti "impegnati" come Gino Paoli e Francesco De Gregori partecipavano al rito

Ma quest'anno va l'usato sicuro: Gianni Morandi e Orietta Berti

No, non è uno scherzo della macchina del tempo se i tormentoni dell'estate 2021 sono cantati da Gianni Morandi e Orietta Berti. Merito del loro immarcescibile talento o colpa degli altri, se da almeno vent'anni non esce un pezzo degno di celebrare la stagione più calda come da tradizione? Oltre il dubbio c'è un fatto: quando eravamo ragazzi avremmo rifiutato qualsiasi cosa sapesse di vecchio e di commerciale, mentre ora ci si rifugia nel passato contro le ansie del presente. «Guarda come sono giovanili i nonni» e i nipotini preferiscono sentire le storie del come eravamo, invece di mettersi a suonare e inventare qualcosa di nuovo, deresponsabilizzati in tutto.

Enzo Gentile, critico musicale di lungo corso, ha appena pubblicato il saggio Onda su onda. Storie e canzoni nell'estate degli italiani (Zolfo) incentrato sui pezzi che ci hanno fatto cantare e ballare sulla spiaggia, nelle discoteche all'aperto, alle feste, ascoltandole da radio e juke-box. Convinto sostenitore di una lettura sociologica del fenomeno musicale, Gentile cita una frase attribuita a Confucio: «Se vuoi sapere se un popolo è ben governato e le sue leggi sono buone o cattive, esamina la musica che fa». Applicata al nostro tempo lascerebbe ben poche speranze, soprattutto se confrontata con l'età dell'oro della musica italiana, che comincia nel dopoguerra ed esplode negli anni '60, quando il Paese produce e sviluppa ricchezza, infrastrutture, oggetti di consumo per il tempo libero, protraendosi per almeno tre decenni, per tutta la Prima Repubblica. Pur funestata dal terrorismo, dalla violenza, dall'instabilità, anche nelle estati del post Sessantotto, accadeva una specie di sospensione dalla realtà e nulla poteva toglierci il diritto di divertirci condividendo emozioni e sensazioni. Persino i cantautori impegnati, da Gino Paoli a Francesco De Gregori, due che le masse seminude le hanno sempre schifate, si sono misurati con il 45 giri facile estivo, con la logica per cui nei tempi migliori del nostro cinema operavano sullo stesso set fuoriclasse e artigiani, artisti e maestranze.

Non c'è nostalgia, nella lunga ricognizione di Gentile; nulla impedirebbe di scoprire una mattina una nuova bellissima canzone per l'estate e al contempo la storia è piena di pezzi e autori che hanno ballato per una sola stagione e poi sono stati dimenticati. Ciò che oggi manca però è tutto quel contorno sociale determinato dalle manifestazioni canore itineranti, dai concorsi, dal ruolo fondamentale degli strumenti di riproduzione fino alla tv negli anni '80. L'Italia del Cantagiro, del Festivalbar, sembrava modellata sul Giro ciclistico, dove chi è in testa indossa la maglia rosa e la sua vocazione popolare da ingenua e spontanea si era trasformata in prodotto studiato per fare soldi e creare posti di lavoro.

Ricostruendo la trama di fatti, brani, personaggi e interpreti (molto ricco il repertorio di interviste esclusive raccolto negli anni), Onda su onda innesca il meccanismo della memoria perché ciascuno di noi è legato al proprio tormentone. Tralasciando i classici degli anni '60 che ballavano i genitori, le cuffiette del nostro walkman al cui interno girava una raccolta registrata su cassetta Basf si sintonizzano ovviamente sull'estate di quarant'anni fa. Era il 1981 quando il giovane Vasco non aveva dubbi, Voglio andare al mare a «fare indigestione di donne e di sole, di donne da sole», una ragazza di nome Lu Colombo ci fece ballare (una sola estate) con «Maracaibo, mare a forza nove, fuggire si ma dove?». Quelle sì erano stagioni di seduzione, sesso, storie così e poi non rivedersi più. Allora Giuni Russo poteva chiedere a uno sconosciuto «toglimi il bikini» e Claudio Bisio, che del volume firma la prefazione, concludere il suo Rapput con «puttana», indirizzato alla sua ragazza tornata da una vacanza su un'isola deserta della Grecia con la Giovanna e i pescatori.

Ora nemmeno a provarci, e questo spiega perché i protagonisti dell'estate italiana del 2021 (non ho detto 1965) sono Morandi e la Berti, con la studiata complicità di Fedez e Achille Lauro, gente che sta alla trasgressione quanto Woodstock all'Isola dei famosi.

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