Roma Una cronista «amica» da venticinque anni, la consuetudine della vacanza a Stromboli. E poi qualche preoccupazione per gli attacchi alla terza carica dello Stato, che non prevede «una procedura di revoca» e dunque rischia di delegittimare e inibire l’attività in uno dei due rami del Parlamento. Il fastidio, magari accentuato dalle discussioni in libertà - appunto con gli amici del giro stretto - , per alcune «esternazioni» di troppo, o troppo «rudi», come quella di Bossi sul voto a novembre o come quella del presidente del Senato («aggravata », quest’ultima, dal fatto di essere l’istituzione «supplente » a quella di Capo dello Stato). Infine,l’esigenza di preparare il terreno politico-istituzionale a un governo diverso da quello scelto dagli elettori, in caso di crisi, senza farsi «imbrigliare » da questioni nominalistiche, tipo quella su un «esecutivo tecnico». È da questo intreccio di circostanze e motivazioni che nasce l’intervista del presidente Giorgio Napolitano all’Unità , limata fino alle unghie per evitare fraintendimenti prima della pubblicazione e ulteriormente cesellata il giorno dopo (ieri) con un’interpretazione autentica affidata al Corriere della Sera . È come caduto dalle nuvole, l’entourage del Quirinale, per le reazioni che il Pdl ha riservato a quella che considera una sospetta «invasione di campo », proprio nel giorno dell’« esternazione» di Montezemolo. Piuttosto l’iniziativa del presidente, spiega il Quirinale, era nata dall’esigenza «di far capire a quanti si esercitano su continue congetture sul voto, indicando persino qualche data fra novembre e dicembre prossimi, che è bene si astengano perché questo non è di loro competenza». Napolitano ha dunque «reagito » sia per rimarcare una sfera di competenza che appartiene «in esclusiva» al capo dello Stato (la decisione sullo scioglimento delle Camere), sia per evitare che «in modo sbrigativo e strumentale» la pressione per evocare le elezioni finisse per comprimere la corretta dialettica politica. Buona parte dello «scoop» di Marcella Ciarnelli, giornalista dell’ Unità di comprovata esperienza - «scoop» che non ha mancato di irritare anche qualche collega quirinalista, considerato che la Ciarnelli «giocava in casa», dunque «le è piaciuto vincere facile» (così lamenta uno di loro) - si deve perciò alla tradizione trentennale che vede i Napolitano sbarcare a Stromboli con qualche parente e gli amici più stretti. Tra di essi, la sorella di Clio, Talia, e il marito Guido Fabiani (rettore di Roma Tre), oltre a Pino e Adriana che li ospitano nella loro villa «Casa Matta» (il residence dove i Napolitano erano soliti scendere, la «Sciara», è stato chiuso). Al gruppetto appartengono anche altri cinque-sei amici, tra i quali il portavoce Pasquale Cascella e, appunto, la Ciarnelli. Chiacchierare ogni giorno con il Capo dello Stato e mantenere il «riserbo», per un giornalista, non è sicuramente facile. Ed ecco che, a un paio di giorni dalla partenza, le pressioni della quirinalista dell’ Unità hanno avuto la meglio, e l’intervista è «partita ». Napolitano, ha raccontato la Ciarnelli, si è preso un giorno per pensarci. All’indomani ha minuziosamente spiegato i punti sui quali voleva intervenire, nel pomeriggio ha scrupolosamente riletto quanto la Ciarnelli aveva scritto.Sull’anticipazione passata alle agenzie solo a tarda sera c’è invece un piccolo «giallo», in quanto l’ entourage del Presidente nega recisamente di averlo concordato con la direzione dell’ Unità . Quotidiano, in ogni caso, cui Napolitano è affettivamente legato: non c’è da stupirsi, dicono, che abbia potuto cedere alle insistenze della Ciarnelli, e non è «una scelta di campo ». Anche se, considerando che il giorno dopo il Presidente ha voluto chiarirsi ulteriormente con il Corsera , un piccolo ripensamento a cose fatte c’è stato. Nessun complotto, nessun gioco di sponda: questa la tesi del Quirinale. Che guarda alle vicende in atto nel partito di maggioranza con grande attenzione e preoccupazione, ma stando ben attenti a non intromettersi. «Io non posso e non debbo- ha fatto trapelare Napolitano sul Corsera - fare considerazioni sulla possibile composizione del conflitto interno alla maggioranza».
La mancata difesa di Berlusconi, nell’estate dei gossip sulle escort, è giustificata dal fatto che esiste un luogo nel quale gli attacchi a un premier possono trovare sbocco, il Parlamento. Mentre, dicono, nel caso di Fini, il corto circuito istituzionale darebbe luogo a un vero e proprio black-out.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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