Roma - L'assalto compiuto ieri contro alcune attività commerciali gestite da extracomunitari nel quartiere romano del Pigneto, "non ha un connotato politico con una matrice, ma è piuttosto un gesto sintomo di una forte intolleranza e insofferenza". A questa conclusione sono arrivati gli investigatori della Questura di Roma, che oggi hanno ricostruito i fatti attraverso alcuni 'dettagli' ritenuti 'essenziali' per capire cosa sia avvenuto.
Fonti della Questura ritengono che l'assalto ai tre negozi tra via Macerata e via Ascoli Piceno sia stata una "ritorsione di un gruppo di cittadini italiani, probabilmente dello stesso quartiere, fatta dopo il furto di un portamonete contenente anche documenti e denaro". Gli investigatori della Questura di Roma, in sostanza, hanno appurato che ieri mattina, attorno alle 10:30, nel negozio di via Macerata gestito da un cittadino indiano con regolare permesso di soggiorno, si trovavano un cinquantenne italiano, un extracomunitario del Bangladesh e altri due avventori del quartiere. Ed è stato l'italiano a rivolgersi al cliente extracomunitario del negozio chiamandolo Mustafà e pretendendo documenti e soldi che lui gli aveva rubato qualche giorno prima.
L'immigrato ha risposto di aver messo i documenti in una buca delle lettere e di non essere più in possesso dei soldi. A quel punto, sempre secondo quanto ricostruito dagli investigatori attraverso diverse testimonianza, il cinquantenne avrebbe detto che nel pomeriggio attorno alle 17 sarebbe tornato a riprendersi il denaro, e che altrimenti "spaccava tutto". E così è stato. Nel pomeriggio il negozio di via Macerata è stato improvvisamente invaso da una decina di persone, tutte a volto coperto, che urlavano insulti e intimidazioni verso gli immigrati "ma mai nessuno slogan politico".
La ricostruzione fatta nel corso della serata ha permesso di appurare che lo stesso gruppo di persone, girando l'angolo di via Macerata e dirigendosi in via Ascoli Piceno, ha danneggiato le vetrine e altri due negozi gestiti da extracomunitari, un alimentari e un call-center, di proprietà di cittadini bengalesi in Italia con regolare permesso. Il tutto sempre alla "ricerca di Mustafà ".
Il raid, hanno accertato gli investigatori, è durato in tutto una decina di minuti: all'arrivo della prima volante, avvertita da una decina di chiamate al 113, nella zona del gruppo non c'era più traccia. I funzionari della Questura sono ora al lavoro sia sulle testimonianze sia su alcune foto scattate da telefonini, ora al vaglio di Digos e Scientifica. L'ipotesi più credibile è che il gruppo di persone, guidate dal cinquantenne, fosse composto da abitanti del quartiere, a volto coperto per evitare di farsi riconoscere. Un accorgimento che non sarebbe comunque bastato per celare completamente le loro identità.
Alemanno: assicurare i colpevoli alla giustizia "Qualsiasi sia stata la motivazione di questa aggressione va condannata con fermezza ed i responsabili devono essere assicurati alla giustizia". Lo ha detto il sindaco di Roma Gianni Alemanno, in una intervista a Sky Tg 24, in riferimento alle aggressioni avvenute a Roma nelle ultime ore ai danni di un gay e di cittadini extracomunitari. "Per contrastare queste situazioni - aggiunge il sindaco di Roma - l'unica strada è quella di continuare sul versante della sicurezza, della legalità e del controllo dei flussi migratori, proprio per scongiurare all'origine e isolare qualsiasi forma di xenofobia e intolleranza".
Il sindaco: "Pagheremo i danni" "Ho dato tutta la mia solidarietà ai commercianti aggrediti e ho detto che il Comune si attiverà a pagare i danni di questa aggressione. Faremo di tutto per essere vicini a queste persone, che non devono sentirsi minimamente a disagio". Lo ha detto il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, dopo la visita nel quartiere Pigneto ai tre negozi di immigrati asiatici assaliti ieri pomeriggio da un gruppo di giovani incappucciati.
"Legalità a 360 gradi" "La strada per evitare fatti di questo genere", è "il principio di legalità a 360 gradi nei confronti di tutti: bande estremistiche di destra e di sinistra, intolleranze di quartiere, flussi migratori incontrollati", ha detto il sindaco dopo la visita. "Noi dobbiamo fare in modo che ci sia quel rispetto delle regole basilari per la vita del quartiere - ha spiegato Alemanno - e soprattutto colpire chi si permette di usare violenza. Saremo inflessibili a prescindere dal movente, che è compito solo degli inquirenti individuare".
Per il sindaco "il tentativo di farsi giustizia con le proprie mani va condannato e represso con la massima decisione". Alemanno ha poi precisato che "bisogna fare in modo che ci sia una presenza diffusa su tutto il territorio di persone in divisa" e ha parlato dell'impegno per il "nuovo patto cittadino per la sicurezza".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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