Marco Guidi
Di lui il famoso critico musicale Stanley Crouch dice che «è il miglior pianista jazz dai tempi di Ellington e Monk».
Randy Weston, decano del jazz dispirazione africana, con più di cinquantanni di carriera alle spalle, ha ora intenzione di incantare la platea del Blue Note. Come già gli è riuscito, nei giorni scorsi, ad Alghero e Catania. Due le serate (oggi e domani) in programma, con Weston affiancato da Alex Blake al basso e Neil Clarke alle percussioni.
Nato a New York nellaprile del 1926, Weston vive uninfanzia a stretto contatto con la musica. Il suo quartiere, Brooklyn, in quegli anni è un vero e proprio villaggio musicale, una sorta di laboratorio creativo a cielo aperto. Si canta e suona nei club, in casa, sul lavoro, nelle strade. A pochi isolati da lui vivono Monk, Roach, Heywood, Payne. I maestri del jazz di matrice nera, insomma. Comincia nelle orchestre di rnb, poi frequenta i boppers come Kenny Dorham e Cecil Payne.
Il respiro di quel periodo doro si coglie immediatamente in African Village/Bedford Stuyvesant, inciso da Weston in due parti sullalbum Spirits of Our Ancestors del 1992.
Già ben prima degli anni Novanta, però, Weston lascia la propria impronta sulla scena jazz americana. La sua prima incisione risale al 1954, con Cole Porter in a modern mood.
A quel long playing faranno seguito altre 47 produzioni, la maggior parte riprodotte anche in formato cd.
Cruciali per levoluzione musicale di Weston sono i sei anni trascorsi in Africa a cavallo fra gli anni Sessanta e Settanta. Una lunga esperienza che servirà al musicista di colore per riscoprire le proprie radici.
Come il padre Frank Edward Weston gli ripete sin da quando è ancora bambino. «Siamo africani nati in America. Devi conoscere tutto su di te e i tuoi avi» è il discorso più ricorrente che Randy si sente fare nella sua adolescenza in famiglia.
Dal viaggio nel continente dorigine, Weston ricava diversi elementi per progredire dal jazz tradizionale a nuove forme musicali, intrise di spiritualità e ritmi tribali. La fusione del sound newyorkese con le note della musica etnica diviene la chiave di tutta la sua discografia successiva.
Più volte lo stesso artista ripeterà che la contaminazione delle atmosfere dinamiche e giocose della cultura afrocaraibica nella musica occidentale è «la via usata dalla Madre Africa per sopravvivere nel nuovo mondo».
Terminato il suo soggiorno in Africa, culminato con lesibizione al festival nigeriano del 1977, Weston rivolge le sue attenzioni anche allEuropa.
Randy Weston, Blue Note, via Cucchiari 37, info 899-700022, oggi e domani, ore 21 e 23.30, ingresso 20 euro
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.