La Ranieri: «Con Castellitto nella Napoli della camorra»

Nel «Professore» l’attrice alle prese con i ragazzi che lasciano la scuola

Laura Rio

nostro inviato a Saint Vincent

Lei Napoli l'ha vissuta. C’è nata e c’è rimasta fino a diciannove anni, quando la carriera d’attrice l’ha portata via. E proprio non riesce a capire il clamore che si è scatenato nelle ultime settimane sulla sua città. «Il numero di morti ammazzati non è diverso da quello degli altri anni, non mi sembra che adesso ci sia una emergenza maggiore». Luisa Ranieri, la bella attrice che tutti ricordano per lo spot «Antò, fa caldo...», da Napoli è appena andata via. Fino a ieri era sul set della fiction Il professore, in cui ha il ruolo di un’insegnante che insieme al collega Sergio Castellitto, tenta il recupero di un gruppo di ragazzi di un degradato quartiere napoletano che hanno abbandonato la scuola. E, dalla sua città, è volata qui a Saint Vincent, dove è in corso il premio Telegrolle per la fiction organizzato dal settimanale Tv Sorrisi e Canzoni, per parlare del suo ultimo lavoro. Una serie in due puntate, che andrà in onda in primavera su Canale 5, prodotta da Grundy Italia, diretta da Maurizio Zaccaro e scritta dagli sceneggiatori Rulli e Petraglia che hanno preso spunto dal libro di Paola Tavella Gli ultimi della classe. L’idea è venuta a Castellitto che ha voluto per sé proprio quel ruolo di professore di «frontiera». Dai pochi frammenti che si sono visti a Saint Vincent, si intravede un’altra grande prova dell’attore che dà spessore a un prodotto ben realizzato dove la drammaticità delle situazioni di disagio e degli scontri tra alunni e professori viene alleggerita con sani momenti ironici. Allora, signora Ranieri, Napoli è la città violenta e invivibile descritta dalle cronache di questi ultimi giorni o quella che si vede nella fiction da lei interpretata?
«Il disagio sociale da noi c’è sempre stato. Quella che oggi sembra un’emergenza per i miei concittadini è una costante. Anzi, penso che l’allarmismo eccessivo sia negativo perché allontana il turismo. E mette in secondo piano la parte buona della popolazione che tra mille difficoltà cerca di vivere e lavorare».
Quindi, se la criminalità c’è sempre stata, bisogna arrendersi?
«Assolutamente no. Dire che oggi si è scoperta l’acqua calda non vuol dire che lo si debba accettare. Io sono un’attrice, non spetta a me dare soluzioni, ma certo bisogna intervenire».
Magari cominciando dalla scuola, tema su cui la fiction di Canale 5 può far riflettere...
«Certo, l’abbandono scolastico è il primo punto da cui partire. bisogna togliere i ragazzi dalla strada».
L’Espresso in copertina porta la foto di Roberto Saviano la scritta «Dove eravate». Voi con questa serie ci siete?
«È solo un film televisivo, però contiene molti spunti che possono far conoscere la situazione di Napoli: la povertà, la camorra, ma anche il buono che c’è nelle persone, la voglia di lottare e andare avanti».
Da bambina e da ragazza come viveva a Napoli? Sentiva il fiato sul collo della criminalità?
«Ma no, vivevo come tutti i miei coetanei, tra molte difficoltà legate soprattutto alla mancanza di servizi, non nel terrore di essere feriti o uccisi. Chi nasce a Napoli, impara presto come muoversi. Io giravo di notte da sola senza paura. Certo io vengo da una famiglia medio borghese, agiata. Ho potuto studiare e costruirmi una carriera. Per tanti non è così».
I giovanissimi attori della fiction sono presi dalla strada...
«Sì, sono stati fatti migliaia di provini. E devo dire che i ragazzi scelti sono veri talenti, alcuni di loro potrebbero andare avanti a recitare».


Si è già detto che potrebbe esserci un seguito...
«Lo spero proprio. Ho lavorato benissimo con tutti e Castellitto è strepitoso».
Tornerà presto a Napoli?
«A Natale, per le feste. Da mia madre e dai miei due fratelli».

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