Rapita all’uscita dalla palestra La liberano grazie al cellulare

I carabinieri seguono il segnale Presi due romeni che avevano chiesto un riscatto di 50.000 euro

da Treviso

«Sono stata sequestrata e per lasciarmi andare vogliono 50mila euro. Dateglieli, vi prego, e non chiamate i carabinieri sennò finisce male». Sono bastate queste poche parole, pronunciate in maniera concitata dalla figlia, per trasformare la notte dei genitori di M.G., 26 anni, in un incubo. Un incubo che sarebbe durato fino alle prime ore di ieri mattina, quando i carabinieri sono intervenuti arrestando i due presunti rapitori e scrivendo la parola fine a una vicenda che mantiene però alcuni punti oscuri.
Una vicenda cominciata l’altra sera, all’uscita di una palestra di Casella di Asolo, nel Trevigiano. M.G. tira fuori le chiavi della macchina, sta per salire a bordo e, all’improvviso, viene affiancata da due uomini che, sotto la minaccia di una pistola, la costringono a seguirli. I due sono di origine romena, Lostel Hancea, 20 di anni, e Jan Georgel Istrate, di 34, gli artefici di questo strano rapimento. Strano per il tipo di bersaglio scelto e per la richiesta di riscatto: M.G. è figlia di un geometra comunale, non certo un riccone, e i 50mila euro richiesti non giustificano il rischio. Dalle indagini risulterebbe infatti che la vittima era stata scelta casualmente sulla base dell’autovettura che guidava: una piccola cabrio.
Per i genitori, però, la notte scorsa è stata davvero da incubo.
Erano già molto preoccupati, visto che erano passate le 22 e la ragazza non era ancora tornata nella sua casa di Oné di Fonte. La telefonata non ha fatto altro che alimentare le preoccupazioni, anche perché la richiesta di non avvertire i carabinieri non poteva essere soddisfatta. Qualche minuto prima, infatti, i genitori preoccupati avevano dato l’allarme proprio ai carabinieri, che si erano già messi sulle tracce della ragazza.
Partendo da Caselle di Asolo, la sede della palestra, i carabinieri non ci hanno messo molto a scoprire dove erano finiti i rapitori. Anche perché, conservando il cellulare della ragazza, i romeni avevano consentito una rapida localizzazione. Già nel corso della notte la macchina della ragazza era stata individuata dalle parti di Bessica di Loria, a pochi chilometri dalla palestra: i due rapitori stavano nei sedili anteriori, mentre M.G. era seduta dietro.
Per evitare rischi inutili, i carabinieri hanno preferito aspettare e l’intervento vero e proprio è scattato alle 8 di ieri mattina. Sorpresi, i romeni non hanno opposto resistenza e hanno consegnato quella che si sarebbe rivelata una pistola giocattolo.
I due sono stati rinchiusi nel carcere di Treviso, a disposizione del pubblico ministero, Barbara Sabattini, con l’accusa di sequestro di persona a scopo di estorsione. La ragazza, dopo la brutta esperienza, è tornata a casa. Tanto spavento, ma nessun maltrattamento fisico.
Qualche giorno fa in un centro commerciale di Castelfranco Veneto, in provincia di Treviso, i due romeni arrestati dai carabinieri, avevano già tentato di rapire un'altra persona.

«L’allarme legato ai romeni purtroppo non è una cosa nuova - spiega il senatore della Lega Piergiorgio Stiffoni. È una situazione estremamente preoccupante se si considera che questa popolazione in Italia ha fatto più reati in un anno nel nostro Paese che nel loro».

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