Il rapporto credito-imprese Quercioli: «Bisogna costruire un linguaggio comune»

Dossier pubblica anche un’ampia inchiesta sui rapporti tra il mondo bancario e le imprese locali. Il credito resta il nodo centrale dello sviluppo. Mauro Quercioli, presidente per la Toscana dell’Associazione bancaria italiana, sottolinea come il credito sia un bene da gestire con cura. «Non è altro - dice - se non l’impiego delle risorse raccolte dalle banche dai piccoli risparmiatori, dalle famiglie e dal mercato finanziario. Chiedere di concedere credito, senza l’adeguata valutazione del merito creditizio, significa mettere in pericolo, di fatto, i risparmi degli italiani e creare, anche un danno al mercato e alle imprese». Ecco perché, secondo il vertice regionale dell’Abi, nell’attuale scenario di crisi di liquidità è più che mai naturale che ci sia accortezza. «Proprio per arginare gli effetti della congiuntura e sostenere il credito - continua - bisogna ragionare su misure non convenzionali, come la moratoria crediti con le associazioni d’impresa e quella con le associazioni dei consumatori, molto utilizzate in Toscana. È ciò che le imprese bancarie italiane stanno facendo. Inoltre, stiamo continuando a lavorare per favorire la comunicazione finanziaria tra banche e imprese, per migliorare la modalità di relazione reciproca e la costruzione di un linguaggio comune, anche tramite la possibilità di valorizzare e dare evidenza alle informazioni extra-contabili che rappresentano un fattore importante per le aziende».
Prioritario, nell’agenda dell’Abi, resta il tema della crescita. «L'amministrazione regionale, anche in sinergia con Fidi Toscana - conclude - ha già promosso varie iniziative che ritengo sicuramente positive.

Personalmente, credo sia importante concentrarsi sulla promozione e il consolidamento della nostra capacità in tutti i settori di esportare la tradizione Toscana che, si confronta quotidianamente con esigenze d'innovazione e mercati ricchi di opportunità, dove è sempre più difficile consolidarsi».

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