Reati in aumento ma senza allarmi Le vere emergenze? Nomadi e casa

La relazione di Serra traccia un quadro tranquillizzante della città anche se preoccupano la diffusione della cocaina e la prostituzione

A Roma 689 rapine in più nel 2006 rispetto al 2005. Raddoppiano i furti nei negozi. Sale il consumo di cocaina fra i giovanissimi. Salgono a 10mila i nomadi che vivono fuori di ogni controllo nei campi abusivi. È quanto emerge dalla relazione alla conferenza regionale 2007 sulla sicurezza, presieduta ieri mattina dal prefetto Achille Serra a Palazzo Valentini.
Il prefetto ha illustrato i dati forniti dalle forze dell’ordine che registrano, però, un lieve calo di altri reati come le violenze sessuali e le estorsioni. «Roma è una delle metropoli europee più sicure - ha affermato - Durante le festività pasquali, con un milione di turisti, non si è avuto nessuno scippo». Certo, i tempi della banda della Magliana sono da un pezzo alle spalle. E i mitra nelle banche non si vedono. Ma nella città eterna crescono, e di molto, i reati di strada e della piccola criminalità. I reati complessivi salgono dai 240.428 denunciati nel 2005 ai 267.811 nel 2006. Si impennano le rapine, salite di botto da 3.694 a 4.383. Raddoppiano i furti nei negozi: dai 5.640 colpi messi a segno nel 2005 si passa bruscamente ai 9.375 nel 2006. Salgono anche i furti di autoveicoli, i furti negli appartamenti. Mancano i dati su scippi e borseggi. Resta stabile il numero dei reati legati agli stupefacenti. Ma se l’eroina resta ancora la droga più diffusa, salgono in modo preoccupante i consumi di cocaina, specie fra i giovanissimi.
Serra ha affermato che le infiltrazioni mafiose e della criminalità organizzata restano lontano dalle Mura Aureliane, confinate in alcuni comuni del litorale sud del Lazio. È consolante. Peccato, però, che all’Esquilino il Comune si ostini a ignorare, malgrado le denunce dell’opposizione, le illegalità e i traffici alla luce del sole legati alla mafia del Sol Levante. La relazione non nasconde, invece, la gravità del problema dei campi nomadi: 6mila presenze negli insediamenti regolari, 10mila in quelli abusivi. «È seria e molto spesso giustificata l’insofferenza della gente di fronte ad una cultura difficile da accettare - denuncia il prefetto - I giovani nomadi sono spesso refrattari al lavoro, i minori difficilmente frequentano le scuole, le donne sono per lo più dedite ai furti». L’emergenza casa resta il problema numero uno a Roma: «Sono 30mila le famiglie in condizioni di precarietà o di coabitazione, e circa 25mila le procedure di sfratto esecutivo». Serra non tralascia di puntare il dito sulle occupazioni abusive: «Al momento risultano occupati 48 immobili a opera di appartenenti all’area antagonista extraparlamentare e ai centri sociali. Gli sgomberi vanno eseguiti con gradualità, ma senza ingenerare il senso di impunità verso comportamenti che costituiscono comunque fattispecie di illecito», raccomanda. Magari è il caso di ricordare che talune occupazioni dell’estrema sinistra durano da 15 anni. Un passaggio della relazione è dedicato infine al dilagare della prostituzione, dalla Salaria alla Palmiro Togliatti. Le telecamere hanno prodotto risultati marginali, ammette il prefetto: «Il contrasto allo sfruttamento e alla tratta delle schiave è un alibi per non affrontare il reale problema.

Bisogna modificare l’attuale normativa, vietare la prostituzione in strada». Attraverso «cooperative di donne» o individuando «zone particolari con le minime condizioni di decoro, come avviene in molte metropoli europee».

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